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PERTURBAZIONE |
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IL NUOVO ALBUM, CANZONI ALLO SPECCHIO |
Il nome Perturbazione riassume sei musicisti di Rivoli (TO): Tommaso Cerasuolo (voce), Elena Diana (violoncello), Stefano Milano (basso), Rossano Lo Mele (batteria), Cristiano Lo Mele (chitarra) e Gigi Giancursi (chitarra). Perturbazione e' la storia di un nucleo di persone, una piccola famiglia, impegnati da anni a tracciare una via di fuga dalla musica che gira intorno, una "terza via" che esprima al meglio cio' che sta in mezzo tra la vivacita' del mondo indipendente e la canzone d'autore italiana. Perche' i Perturbazione, innanzitutto, scrivono canzoni. Canzoni che provano ad inaugurare un mondo, a svelare un universo, un immaginario.
La storia dei Perturbazione si declina attraverso l'esordio "Waiting to Happen"(1998) e il seguito "36" (1999), centinaia di concerti in tutta la penisola, svariate compilation, e nel 2002 "In Circolo" un disco che prima diventa un "best-seller" della discografia indipendente e raccoglie unanimi consensi presso la critica. Il singolo "Agosto" conquista infatti le playlist dei principali network radiofonici nazionali ed entra di prepotenza nel Music Control, cosi' come lo splendido video in animazione I Perturbazione tornano ora con un nuovo album. Con le loro canzoni che provano ad inaugurare un mondo, a svelare un universo, un immaginario. E che trovano la loro piena maturita' in "Canzoni Allo Specchio" quarto disco della band, prodotto da Paolo Benvegnu' da cui e' tratto il primo singolo "Chiedo alla polvere".
Li abbiamo intervistati...
Questo album è un po’ più malinconico rispetto al precedente In Circolo. C’è meno spazio per la spensieratezza… In Circolo alternava momenti molto diversi, alcuni più allegri e altri più cupi. Non c’era alcuna contraddizione: è come quando hai una giornata in cui sei di buon umore e una invece in cui sei triste. Canzoni Allo Specchio, invece, è un disco più scuro perchè più omogeneo, dal quale sono state volutamente lasciate fuori alcune canzoni un po’ più spensierate. Eccezion fatta per “Se Mi Scrivi”, il pezzo più pop dell’album. Già dal titolo, Canzoni Allo Specchio, si capisce il filo conduttore dell’album: la ricerca di sé. Scavare dentro di sé è un processo doloroso, ma porta a una consapevolezza nuova, quindi è certamente una ricerca positiva. Questa è una spiegazione. Oppure semplicemente stiamo invecchiando e quindi diventiamo più malinconici!
Com’è stato lavorare con Paolo Benvegnù, uno dei più influenti artisti e apprezzati produttori della scena indie? L’abbiamo conosciuto con il disco Piccoli Fragilissimi Film, che ha pubblicato nel 2004 per Santeria, allora la nostra etichetta. C’è una grande stima reciproca e quando si è trattato di scegliere un “arbitro esterno”, un “terzo occhio” per il lavoro che ci accingevamo a realizzare, il nome di Benvegnù ha messo d’accordo tutti quanti. Con lui abbiamo lavorato in un modo diverso rispetto a quanto avevamo fatto in precedenza: eravamo abituati a lavorare con un premontaggio, mentre con lui si lavora invece su tanti strati, si screma, si cuce fino a creare un “wall of sound” molto sinfonico. Trovo che abbia fatto davvero un ottimo lavoro. È persino riuscito a far entrare nell’album un pezzo “leggero” come “Se Mi Scrivi”, dandogli il sound giusto per il disco.
C’è qualche disco o qualche band in particolare che ha influenzato la gestazione dell’album? Il disco è stato praticamente scritto nel corso di un anno, per cui non c’è un artista o un disco in particolare che l’abbia influenzato. Abbiamo tutti ascoltato un sacco di musica: avevamo le orecchie cotte! Gli ascolti erano molto diversi, però un nome che mi viene in mente è sicuramente Johnny Cash. Per quanto riguarda gli italiani, ci sono delle band che magari c’entrano poco con noi a livello musicale, ma che ci piacciono tantissimo. Un nome su tutti: 24 Grana. Inoltre Baustelle (che hanno suonato con noi nel disco), Virginiana Miller, Giardini di Mirò (anche loro con noi nell’album) e One Dimensional Man, con i quali abbiamo diviso il palcoscenico. Sempre restando in tema di musica italiana, Cristiano (chitarra) e Maurizio (fonico live) hanno fondato un’etichetta che pubblica dischi di gruppi italiani cantati esclusivamente nella nostra lingua. Si chiama “I dischi dell’amico immaginario” e le prime uscite sono state di Northpole e Zen Circus, due gruppi davvero molto bravi.
Con In Circolo avete tenuto 125 concerti in 18 mesi… È questo quello che vi aspetta con il nuovo album? Sicuramente suoneremo tanto. Per fortuna la fase di consolidamento c’è stata, per cui tra aprile e maggio ci esibiremo in club medio grossi. Vorremmo anche suonare a qualche festival in estate. Speriamo però che il tour non sia così dilatato come in passato! Però la voglia di suonare in giro è tanta.
I testi delle vostre canzoni sono molto particolari, com’è il vostro approccio alla scrittura? In generale li scrivo io, anche se “Se Mi Scrivi” è di Gigi, e “La fine di qualcosa” e “Seconda Persona” l’hanno scritta lui e Rossano. Non riusciamo a scrivere a tavolino: in genere si parte da un’idea e la si definisce man mano, con il contributo di tutti. Una vera e propria dialettica. Si va molto anche a istinto: il primo verso di “Animalia” è nato in bagno! Credo che quando si scrive bisogna da un lato stare attenti a non cadere nel “sanremismo”, dall’altro a non fare troppo gli intellettuali, dall’altro ancora a evitare la retorica del combat folk. Non è per niente facile! (25 Febbraio 2005)
Claudia Benetello
(Foto per gentile concessione della fotografa: Caterina Farassino) |
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