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HOUSTON HOUSTON ... LATO OSCURO DI UN BRAVO RAGAZZO
HOUSTON ... LATO OSCURO DI UN BRAVO RAGAZZO
Da quando è stato inventato lo star-system agli albori del cinema, le persone che ne fanno parte sono sempre state viste come irraggiungibili; se esiste una religione che quasi tutti professiamo, è proprio questa. Farne parte, però, non è facile e la “pazzia” del cantante RnB Houston, autore del MacSuccesso “I Like That”, è solo l’ultimo caso di una lunga serie.
 
La carriera del ragazzo originario del Belize, in seguito trasferitosi a Los Angeles con la famiglia, sta andando a gonfie vele; il suo primo singolo lo ha messo al vertice delle classifiche mondiali e il suo primo album sembra destinato al successo. A quanto pare il suo talento è stato molto precoce; dopo aver seguito l’accademia della musica di LA, ha iniziato a far parte di diversi gruppi di quartiere in cui si divertiva a fare il rapper e il cantante (a volte contemporaneamente), creandosi un suo stile originale. Iniziò a partecipare a numerosi concorsi per aspiranti cantanti e una videocassetta di una delle sue performance finì sul tavolo del A&R (il talent scout) della Capitol Records, che non ci pensò due volte e gli procurò un contratto. In seguito al successo di “I Like That”, hanno fatto registrare a Houston altre 14 tracce per il suo album d’esordioIt Was Written”, che nonostante sia realizzato e cantato in modo impeccabile risulta essere un po’ “distaccato”; per questo motivo nessuno si aspettava che dietro quella faccia da bravo ragazzo ci fosse una personalità molto tormentata.
 
Tutto è successo la notte dello scorso 2 Febbraio nella camera di un lussuoso hotel a Londra, dove si trovava per fare promozione al suo album; dopo aver cenato con i membri del suo entourage, Houston si è ritirato nella sua stanza dove, secondo alcuni, avrebbe tentato il suicidio. I motivi e le circostanze rimangono un mistero, anche perché i suoi manager, la sua guardia del corpo e la sua famiglia hanno fornito alla stampa tre versioni completamente diverse.
 
Il bodyguard personale di Houston, che era a Londra con lui quando è successo l’incidente, dice di essere entrato in camera dell’artista, che stava leggendo la bibbia, poco dopo aver cenato insieme e di aver trovato una macchia di sangue per terra; all’inizio non si è preoccupato più di tanto visto che il cantante è solito aver perdite di sangue dal naso, ma quando si è accorto che aveva un asciugamano in testa si è insospettito e ha scoperto che Houston si era letteralmente cavato un occhio. “Lui dice che era una cosa che doveva fare, che in questo modo si è liberato di tante cose negative” ha poi dichiarato la sua guardia del corpo, che inoltre sostiene che il cantante porta sempre con sé una bibbia perché da quando è diventato un musicista professionista è stato costretto ad essere coinvolto in affari “cattivi e peccaminosi.”
I suoi due ex-manager Reno Rankin ed Andrew Rowe sostengono che il ragazzo ha addirittura tentato il suicidio quella sera; “Quando eravamo ancora i suoi manager gli abbiamo fatto fare un test dallo psicologo ed è risultato affetto da una forma di schizofrenia. Quando ci siamo accorti che la sua condizione stava peggiorando abbiamo deciso di non firmare più il prolungamento del contratto manageriale.”. Rankin e Rowe sostengono che la famiglia di Houston non gli è stato abbastanza vicino in questo periodo e che lo abbiamo addirittura derubato dei suoi soldi; la sorella Billie Summers smentisce queste accuse e sostiene che la ferita all’occhio sia stata del tutto “accidentale”.
 
In questa lotta fra famiglia, manager e casa discografica colui che ne sta uscendo peggio è Houston stesso, un ragazzo dotato di un grandissimo talento, ma anche di un lato oscuro, difficilmente gestibile, che potrebbe a lungo andare rovinargli la carriera. Per il momento ci dovremo accontentare di ascoltare il suo album d’esordio “It Was Written”, che è ben lontano dall’essere un disco “anonimo”, e sperare che in futuro possa veramente dimostrare appieno il suo grande talento. Buona pronta guarigione, Houston.
 
 
Oliver Dawson
 
 
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