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ROBERTO FERRARI |
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ROBERTO FERRARI ... NON VOGLIO MICA LA LUNA! O FORSE SI?... |
La storia che stiamo per raccontarvi è quella di un uomo, un uomo che a quasi 40 anni si mette in gioco per soddisfare quella che da sempre è una sua passione, comune a millenni di storia dell’umanità e comune alle fantasie di ogni bambino e adulto: andare nello spazio. Roberto Ferrari è noto a tutti in qualità di insostituibile pezzo da novanta della scuderia di Radio DeeJay, conduttore di programmi di successo come Ciao Belli. Ma Roberto Ferrari non è solo un deejay che ha fatto dell’intrattenimento e della musica il suo pane quotidiano. Roberto Ferrari è un uomo che ha sempre sognato di “fare l’astronauta”, e che lo sta realizzando. Il nostro incontro con Roberto Ferrari parte dall’idea di una compilation, “Exit From”, e da lì si parte a sognare assieme a lui. Allora Roberto, parlaci un po’ di questa “Exit From”. Di che cosa si tratta? “Exit From” è una compilation dedicata allo spazio, che raccoglie tutte canzoni da me scelte che hanno a che fare in un modo o nell’altro con lo spazio; c’è “Space Cowboy” dei Jamiroquai, c’è poi “To The Moon And Back” dei Savage Garden, ma c’è anche “Luna” di Gianni Togni, perché quello che sta sopra le nostre teste ha ispirato un po’ tutti. Un’altra compilation … piove sempre sul bagnato! Già, un’altra compilation, ma la mia sarà diversa, se non fosse perché è legata a questo mio progetto di andare nello spazio. Inoltre con la compilation ci sarà in regalo un pupazzetto, e “Exit From” sarà anche il nome di una linea di abbigliamento da me firmata … insomma, mi auguro che “Exit From” diventi un nuovo trend! Parliamo appunto di questa tua esperienza particolare da aspirante astronauta. Raccontaci un po’ che farai. Sto seguendo un programma di addestramento già da un po’ di tempo, programma che, se tutto andrà bene e passerò tutti i prossimi test, mi porterà nel 2006 al lancio. Raggiungerò la stazione orbitante internazionale e resterò in orbita assieme ad altri due astronauti per 13 giorni, cioè, 10 giorni di permanenza e 3 di viaggio. Sarò il primo DJ orbitante! Ma bravo, 13 giorni di ferie - e che ferie! Niente ferie, l’idea è quella appunto di essere il primo DJ orbitante, nel senso che vorrei poter trasmettere su Radio DeeJay dallo spazio, fare il mio programma e mettere su musica da lì; sarei il primo al mondo a fare una cosa del genere … non vedo l’ora! Senti, ma tutta questa passione per lo spazio da dove ti arriva? Bé, io ho sempre avuto una certa curiosità nei confronti di stelle, pianeti, astronauti e navicelle spaziali, come credo ogni bambino. Poi sai, sono nato nel 1964, avevo 5 anni quando alla televisione ho visto lo sbarco sulla Luna, e questo è un avvenimento che ha lasciato il segno, uno dei ricordi più vivi che ho della mia infanzia. Crescendo la cosa non si è stemperata, anzi, e così mi sono detto: perché non provarci? E’ da qualche tempo che anche i privati possono realizzare il loro sogno di fare l’astronauta, andare nello spazio non è più un privilegio di pochi eletti americani e russi; anzi, oggi fa comodo anche a loro trovare una persona che abbia tanto tempo, denaro e costanza da investire in un progetto simile. E così eccomi qui. Ma come funziona il tutto? Questo programma di addestramento in cosa consiste? Devi innanzitutto passare una selezione iniziale che verifica la tua idoneità fisica e psicologica, per vedere se sei in grado di sopportare lo stress emotivo e fisico di una missione nello spazio; e io l’ho passata. Da lì è partita la prima parte dell’addestramento vero e proprio, che potenzia la tua resistenza fisica e ti dà le nozioni fondamentali per essere in grado di “muoversi” nello spazio. Poi si inizia a provare l’ebbrezza del volo, infatti sono stato su un caccia dell’Aeronautica Militare – ma non pilotavo io! Per ora sono fermo ai simulatori. Ed infine quest’anno ci sarà l’ultima parte del programma di addestramento, quella che poi nel 2006 – incrociamo le dita! – mi porterà al lancio vero e proprio. Paura? No, assolutamente no. Se ci pensi razionalmente ci sono maggiori probabilità di rischio per la tua vita andando su un aereo, o semplicemente andando in macchina, o stando in casa; qualche sporadico episodio c’è stato, è vero, penso alla tragedia dello Shuttle di qualche anno fa, però è davvero sporadico. Sembra paradossale, ma stando lì nello spazio sei controllatissimo e monitorato costantemente, che è altamente improbabile ti possa succedere qualcosa. Quindi … si parte! Si parte sì! E’ davvero un sogno, un bellissimo sogno, che sta diventando realtà. Con impegno, qualche difficoltà, ma ci sono quasi. Un grosso (e con una punta di invidia) in bocca al lupo, Roberto! Elisa Bellintani 31 gennaio 2005 |
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 2005 Exit From | | |
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