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LUDOVICOVAN |
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GIOVANI E PROMETTENTI |
Gabriello (voce e chitarra), Jacopo (chitarra), Francis (batteria) e Giacomo(basso), sono nati tutti a Milano nel 1982. L’avventura musicale dei Ludovicovan, invece, è iniziata alla fine del 1997: Gabriello e Jacopo (compagni di scuola alle medie e al liceo classico) hanno deciso di fondare un complesso musicale con l’apporto di Gospel, fratello maggiore di Jacopo, che si è aggregato quasi subito contribuendo alla crescita artIstica del gruppo con il suo talento come bassista e la sua maggiore esperienza in campo musicale.
Dopo un demo di quattro canzoni, fra cui “Cesare Blanc”, la formazione si è allargata con l’ingresso del nuovo batterista Francis (pure lui compagno di scuola di Gabriello e Jacopo) e del bassista Giacomo (in classe con Francis alle elementari), che ha sostituito Gospel: il fratello di Jacopo ha lasciato il gruppo l’estate scorsa per motivi personali. Non prima, però, di aver partecipato alla registrazione di un EP pubblicato lo scorso febbraio e poi ampliato fino a diventare l’album ufficiale d’esordio “Ludovicovan”.
Il nome del gruppo è la traduzione in italiano di parte del nome del grande compositore tedesco Ludwig Van Beethoven. La scelta è stata ispirata dal film “Arancia Meccanica” e dal suo protagonista, l’ultraviolento Alex, che ha una passione viscerale per la musica classica e in particolare quella di Ludwig Van Beethoven. Il nome è il manifesto della filosofia musicale del gruppo: mantenere la propria lingua, ma ricercare un suono più internazionale.
I Ludovicovan, che nella loro esperienza live sono stati anche supporter dei Marlene Kuntz e di El Guapo (gruppo elettronico di New York), sono autori di un indie-rock, che non vuole essere banale: i modelli sono la new wave britannica Anni 80 (Depeche Mode, The Cure, U2, Smiths, e Joy Division) e la scena underground di New York dai Velvet Underground ai Sonic Youth, fino agli Interpol.
La copertina del cd “Ludovicovan”, ideata e realizzata dal grafico del gruppo partendo da un disegno di Gabriello, raffigura un computer con molteplici e inquietanti tentacoli…
«Abbiamo scelto questa immagine ambigua», spiegano in coro, «per sostenere che bisogna sempre usare la tecnologia con raziocinio: come hanno detto in passato i Pink Floyd, il computer da solo non crea musica. Non demonizziamo certo chi usa solo il computer per fare musica, anche Jacopo fuori dal progetto Ludovicovan suona musica elettronica, ma consideriamo il pc uno strumento alla stregua degli altri, che va usato con intelligenza e sempre al servizio di idee originali e personali».
Il brano “Sogno” è il primo singolo dell’album “Ludovicovan”: «Il protagonista della canzone realizza un desiderio comune a molte persone: assistere al proprio funerale, anche se soltanto in sogno, per vedere la reazione degli amici. Ed è compiaciuto per la loro tristezza, perché tutti noi abbiamo bisogno di sapere che siamo importanti per qualcuno». Fra le dodici tracce del cd “Ludovicovan” si evidenzia “Niente da dire”, che parla anche della situazione di stallo nella musica: «Vogliamo porre l’accento sul dualismo fra quei musicisti che sperimentano e rischiano con composizioni originali e chi invece cerca continuamente la scorciatoia delle cover, limitandosi a rielaborare le idee degli altri». Il nome del gruppo... «La nostra passione comune per un film come “Arancia meccanica” non vi tragga in inganno: l’unica violenza che ammettiamo è quella del suono delle nostre canzoni». (28 Gennaio 2005)
Paola Andreoni |
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