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DIEGO MANCINO |
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DIEGO MANCINO ... LA CANZONE ITALIANA D'AUTORE OGGI |
Diego Mancino è uno degli artisti emergenti più interessanti che si sono esibiti il 26 novembre al PalaPigro di Teramo in omaggio al grande cantautore Ivan Graziani. Intelligente, notevole per sensibilità e gusto, delicato e garbato, Diego Mancino si presenta ora al grande pubblico con “Cose Che Cambiano Tutto”, singolo d’esordio che da oggi 17 dicembre si può ascoltare sul sito della Sony Music e scaricare da iTunes.
Diego, milanese di nascita e classe 1970, non ha perso l’amore per la sua città e per l’Italia nonostante tutti gli spostamenti (Marsiglia, Ginevra, Francia) in cui il padre, direttore d’orchestra, lo ha trascinato. L’amore per il proprio Paese si ritrova benissimo nella passione (scoperta tardi) per la canzone cantautorale italiana, di cui Ivan Graziani è stato uno degli esponenti più importanti.
Il background di Diego è pertanto una combinazione di diversi influssi, ed anche il suo approccio alla musica passa attraverso varie tappe; dal punkrock dei Mary Quant (1994) all’esperienza con gli Achtung Banditi (1996) ed i Solar Flares. L’approdo alla canzone d’autore avviene nel 2000 con “Piume”, raccolta di brani che lo avvicina naturalmente e senza esitazioni al mondo della poesia in musica, e che funge da bacino idrico a cui Diego ha attinto per arrivare al suo album di debutto “Cose Che Cambiano Tutto”. Gestazione lunga, ma il frutto è succoso e fertile terreno di crescita da cui aspettarsi tanto.
Proprio a ridosso della sua partecipazione alla chat in Lycos.it organizzata per promuovere la manifestazione del Pigro, abbiamo fatto quattro chiacchiere con Diego, per conoscerlo e farvelo conoscere meglio.
Di te colpisce molto il percorso artistico che ha portato a “Cose Che Cambiano Tutto”. Molte influenze, parentesi rock ed ora la canzone d’autore. Vero, molto particolare. Io ho sempre ascoltato di tutto, avendo un padre che era direttore d’orchestra ho iniziato sin da bambino a sentire musica, qualunque musica, per la casa. Crescendo poi, per una sorte di reazione a mio padre, mi sono allontanato dalla melodia e mi sono avvicinato, come tanti ragazzi fanno da adolescenti, al rock. A 17 anni con i Mary Quant ci siamo autoprodotti un disco, poi sono passato attraverso gli Achtung Banditi, ed infine mi sono distaccato dal rock, il rock inteso come chitarre e clamore. Ho riscoperto l’amore per l’Italia e per la sua musica d’autore, ho sentito forte l’esigenza di restare fedele alle mie radici e mi sono dedicato alla scoperta, o riscoperta, di un qualcosa che non avevo mai preso seriamente in considerazione, ma che mi aveva sempre affascinato.
Ti sei quindi in un certo senso calmato, e hai intrapreso la strada della pace dei sensi dopo un periodo di fermento giovanile … Sì e no. La musica di “Cose Che Cambisno Tutto” non è certamente rock, questo no, però io mi sento ancora oggi rock, nel senso di rivoluzionario. C’è chi pensa che fare rock significhi usare tante chitarre, provocare, fare rumore, cose di impatto primitivo, ma per me il rock è più che altro un’attitudine interiore, non una forma di reazione. Mi sento rock perché sono controcorrente, nel senso che faccio un tipo di musica che sicuramente non si può definire commerciale, e mi sento rock nelle parole, nel come mi esprimo.
Voci di corridoio dicono che Mina abbia particolarmente apprezzato il tuo pezzo. Che ne dici di questa cosa? Davvero? La cosa non può che farmi enormemente piacere! Io sono un grande ammiratore di Mina, della sua voce, ma soprattutto della sua capacità interpretativa a tutto tondo. Quando rivedo in televisione i programmi degli anni ’60-’70 a cui Mina partecipava resto estasiato dalla sua presenza scenica, dalla purezza formale, dalla bellezza che sprigiona la sua musica. Mina per me è stata ed è una delle rappresentanti più grandi in assoluto della musica, e sapere che ha ascoltato e gradito il mio pezzo mi riempie di orgoglio e soddisfazione. E anche il mio modo di fare musica ha risentito molto di quello che sono stati gli anni ’60 e ’70. negli arrangiamenti curati, nell’atmosfera che riuscivano a creare, nell’attenzione per ogni particolare, nel non lasciare nulla al caso, ma ho anche cercato di fare suonare la mia musica come moderna, lasciando uscire tutto quello che sono stato e che sono. Del resto ascolto dEUS, Bauhaus, Led Zeppelin, il punk mi piace sempre, quindi non posso dire di fare canzone d’autore nel senso stretto del termine. Parliamo un po’ della tua esibizione al Pigro. Come ti è successo di essere coinvolto in una manifestazione così prestigiosa? Sono stati loro a contattarmi, e a chiedermi di esibirmi nella serata dei giovani. Ivan Graziani l’ho scoperto tardi, la sua musica non è semplice e immediata, però da quando l’ho conosciuto me ne sono innamorato; per cui esibirmi davanti a tante persone e in un contesto tanto importante non può che rendermi felice. Il 26 novembre proporrò 3 canzoni tratte dal mio disco e una versione personale di “Sei Cosi Bella” di Ivan Graziani, fatta a pianoforte e voce, molto intima e raccolta. Questa sarà tra l’altro la mia prima uscita ufficiale dopo aver terminato la registrazione del disco.
“Cose Che Cambiano Tutto”, il singolo di Diego Mancino, è disponibile da oggi per un ascolto preview sul sito della Sony Music, e sarà in vendita nei negozi dal 14 gennaio 2005. Il singolo è poi acquistabile in esclusiva già da oggi sul sito della iTunes. Elisa Bellintani 17 dicembre 2004
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