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SETTE VELI INTORNO AL RE |
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SETTE VELI INTORNO AL RE ... UN DISCO DI QUALITA' PER GRANDI E PICCINI |
“Sette Veli Intorno al Re” è un disco assolutamente da non perdere per tanti, buoni motivi. Innanzitutto perché si tratta di un progetto benefico; parte dei proventi dalle vendite del disco verranno devoluti ad Emergency (per una corsia pediatrica del centro chirurgico di Kabul), ECAR Mandabe (missione in Madagascar per costruire pozzi d’acqua e scuole) e al Tibetan Children Village (associazione di aiuto ai bambini tibetani fondata dalla sorella del Dalai Lama).
In secondo luogo, tra le mani vi troverete un disco di musica per l’infanzia completamente diverso per approccio e contenuti da quelli che finora avete conosciuto. Qui non si tratta di pure e semplice intrattenimento, ma anche di confezionare un prodotto qualitativamente superiore per bambini.
Infine, i nomi che partecipano al progetto “Sette Veli” sono davvero di gran richiamo; basti nominare tra i tanti Francesco Guccini, Franco Battiato e Francesco De Gregori.
“Sette Veli” nasce per volontà di Carlo Sinigaglia, Ares Tavolazzi e Michele Fedrigotti, e si può definire “un disco di musica per bambini, e per genitori, cantato da uomini, idealmente (o anche realmente) papà”. L’idea è quella più antica del mondo, educare divertendo, ma soprattutto educare i bambini e i grandi al bello della convivialità della musica; convivialità che è convivenza, convivenza anche di diversità culturali e linguistiche. Incuriositi dal progetto, abbiamo parlato direttamente con Fedrigotti e Sinigaglia per saperne di più in merito.
Molto curioso e di impatto il titolo del disco, “Sette Veli Intorno al Re”; da dove viene? M.F.: “Sette Veli Intorno al Re” è la prima frase di una canzone del disco, “Sette Veli”. Richiama alla mente qualcosa di fiabesco, un sogno, e le favole sono un classico per i bambini; ma allo stesso tempo tutta la produzione è permeata di una forte valenza simbolica, a partire dai veli, che sono ostacoli leggeri ma insidiosi che si frappongono fra noi e la verità, e dal numero sette, che ha una grande carica figurativa.
Come è nata in voi l’idea di questo progetto? M.F.: La musica per l’infanzia è un settore molto particolare; l’offerta predilige il puro intrattenimento, mentre noi ci vogliamo distinguere, perché crediamo nella possibilità di abbinare il divertimento al fattore educativo. Questa produzione per bambini è curatissima in ogni dettaglio, dai testi, alla musica, alla qualità del prodotto, agli arrangiamenti, ai grandi nomi coinvolti. E’ un disco per bambini, ma fatto con criteri da adulti. E siamo certi che possa venire recepito in maniera positiva dai bambini.
C.S.: E’ proprio l’approccio che è diverso. La musica per bambini che noi presentiamo non viene fatta con strumentazione elettronica ma con strumenti di qualità; i suoni sono ricercati ma piacevoli, c’è costruzione ma al contempo spontaneità, sensibilità. Ecco, la chiave di tutto è proprio la sensibilità: suonare trasmettendo amore, passione, un criterio di musicalità nuovo ed intenso.
Sono tanti, davvero tanti i professionisti che avete coinvolto in questo progetto; come mai avete voluto coinvolgere “grandi” come Guccini, De Gregori e Battiato? M.F.: In un primo memento tutto è partito con l’idea di fare musica; poi è stato Franco Battiato, una volta sentito una parte del materiale del disco, a chiederci: e chi canterà? Da lì ci è venuta l’idea di tirare dentro professionisti che prestassero la loro voce e il loro talento a questo disco per l’infanzia, e devo dire che tutti si sono mostrati disponibili ed entusiasti della cosa. e poi ci sono le bellissime illustrazioni di Lele Luzzati (immagini relative al presepe) a rendere il tutto ancor più bello e di qualità.
C.S.: Sì, Guccini e Battiato hanno solo interpretato quello che gli avevamo proposto, De Gregori invece ha sentito lo strumentale de “La Luna e il Dito”, gli è piaciuto talmente tanto che ha voluto lui stesso scrivere il testo e poi cantarlo.
Parte del ricavato andrà a tre associazioni benefiche. Come mai avete scelto proprio quelle? M.F.: La ECAR Mandabe la conoscevo io personalmente, Emergency aveva già avuto contatti con alcuni artisti coinvolti, e il Tibetan Children Village ci è sembrata una buona causa, supportata anche dalla presenza sul disco del bravissimo flautista tibetano Nawang Khekhog.
Avete definito “Sette Veli” un disco per genitori e figli: in che senso? M.F.: E’ un disco per bambini ma che è cantato in lingue diverse, e con strumenti particolari, quindi occorre comunque un genitore che guidi il figlio all’ascolto. E poi è un disco per bambini, ma può piacere anche ai genitori, e soprattutto la sua funzione è quella di ricreare una situazione di ascolto che favorisca la relazione tra genitori e figli.
C.S.: Un disco di ascolto, giusto. Ascolto è l’atmosfera di “Sette Veli”, permette a grandi e piccini di stare insieme, condividere un momento, un’esperienza; una cosa difficile, e che non capita così frequentemente. Noi vogliamo farlo accadere di nuovo.
Vi abbiamo sicuramente dato tanti, buoni motivi per accostarvi a “Sette Veli Intorno al Re”. Non perdetevelo!
Elisa Bellintani 19 novembre 2004
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