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HOME VIDEO ... IL CREPUSCOLO DELL'ELETTRONICA |
Due ragazzi americani di New Orleans (David Gross e Colin Ruffino) che confezionano un prodotto niente male recuperando e rivisitando il meglio degli spunti elettronici storici; del resto, provengono dalla città della contaminazione per antonomasia ... E che si appropriano dell’accattivante nome Home Video.
Home video, la cassetta da prendere in videoteca in mezzo a tanti film e da portarti a casa. E loro sono un po’ così, li peschi in mezzo a tanti altri dischi di musica elettronica e te li ascolti, e pensa un po’, ne resti soddisfatto! Bella scelta! 15 minuti (eh sì, perché tra le mani avete un EP e nulla più) vissuti intensamente e che vi lasceranno con un sorriso beato in viso, e con un retrogusto di “sì, però non è nulla di rivoluzionario” che non guasta affatto la piacevole sensazione di beatitudine raggiunta ascoltandoli.
“Citizen EP” è un gioiellino fatto da 5 canzoni. Solo 5 canzoni, ma ne vale la pena, soprattutto in vista di quello che questi due ragazzi riusciranno a fare in futuro; le premesse ci sono e sono buone.
“Citizen” è una corrente di bolle elettroniche che risale dai fondali bui dell’oceano, e vi trasporta in una notte di suoni ovattati, accompagnati dalla voce malinconica che ricorda molto lo stile di Thom Yorke. I Radiohead sono sempre latenti. Da notare: tutta l’atmosfera è realizzata con solo 3 note della base. Uao. C’è poi “We”, un duetto che sa di autostrade la notte, luci di fanali che solcano come onde il buio della strada; molto evocativo e nostalgico. E poi “Blimp Mason”, breve, completa, una sintesi dell’ambient che respira nuvole, nebbia, vapore al crepuscolo. Ecco “In A Submarine”, la cosa più vicina ad una canzone per la quantità di liriche; e la quantità è un po’ il mood con cui leggere il pezzo: appesantito da suoni che provengono da ogni dove, masse di input acustici che stordiscono lasciando disorientati, però uh che bello! Sembra quasi che l’aria cupa e spessa di Angelo Badalamenti abbia incontrato le tessiture giocose dei Pet Shop Boys. Ed infine “The Tundra”, dove i livelli di suono si sovrappongono e cedono il passo ad atmosfere sempre più angoscianti – alle quali contribuisce non poco il lamento strascicato stile Yorke.
Se l’electro-pop in grande stile è quel che andate cercando, con gli Home Video lo avete trovato. Perché l’elettronica pura viene trascinata verso il pop (chitarre e liriche vanno in quella direzione) e spizzicata di atmosfere dark.
Forse “Citizen EP” è un condensato di citazioni dotte e di cose già sentite, però il metterle insieme come hanno saputo fare Gross e Ruffino è ammirevole; perché dubitiamo che qualcuno possa mettere orecchio alla loro musica e storcere il naso senza appello.
Se l’elettronica oggi parla la lingua di Radio4 e The Rapture, maestri di contaminazione dei generi, gli Home Video non sono certo analfabeti. Solo sono un po’ troppo astratti e spruzzati per mordere e lasciare il segno, anche se cavalcano alla grande la sempre interessante vena crepuscolare dell’electro-ambient. Da gustare solo se avete il palato allenato ai sapori delicati.
Elisa Bellintani 27 ottobre 2004
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 2004 Citizen EP | | |
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