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MEG |
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IN SIMBIOSI CON IL MONDO ONIRICO |
Il nome proviene dalla fantasia di un suo vecchio amico, Meg si chiama in realtà Maria di Donna, è nata a Napoli nel settembre del 1972, ha due sorelle e racconta buffe storie sull’infanzia che la dicono lunga sulla sua formazione.
Come la grande familiarità con la musica dei Beatles che in casa si ascoltavano praticamente dalla mattina alla sera, tanto da indurre la piccola a credere ( seriamente ) che Paul, John, George e Ringo fossero amici di famiglia, intimi dei suoi genitori.
Ma l’educazione musicale della famiglia Di Donna non si limitava all’ascolto di qualche disco o alla visione di spettacoli: era un fatto quotidiano, naturale. Le domeniche e le feste comandate si trasformavano in jam session che vedevano in azione svariati chitarristi ( la mamma di Meg, anche ottima cantante ), lo zio ( il fratello del padre); il padre stesso alle percussioni, tanti amici a vari strumenti tra i quali non mancava di certo il pianoforte (che la nonna di Meg suonava per diletto ma ad ottimi livelli) e legioni di bambini che si univano con qualsiasi cosa emettesse dei suoni. Meg naturalmente cantava, e il repertorio andava dai classici della canzone napoletana agli amatissimi di Liverpool, alla musica brasiliana, ai cantautori italiani, alla canzone politica del Nuovo Canzoniere. Meg si iscrive così all’Università, alla facoltà di lettere moderne. Arriva ad un passo dalla laurea con una tesi in filologia dantesca ( “ero una vera superfan di Dante”, ricorda ).
Ma a Napoli è in corso l’occupazione dell’Università, situazione che porta Meg alla concreta riflessione di quanto le manchi la profondità del rapporto con il tessuto sociale e politico del paese. Durante l’occupazione conosce Luca ( “Zulù” Persico n.d.r. ), già leader dei 99 Posse di “Rafaniello/Salario garantito”, “Curre curre guagliò” e del live “Incredibile opposizione Tour ‘94”, che una mattina si ricorda che deve correre in uno studio per registrare il brano “No Way (The Black Hills Are Not For Sale)” destinato ad una compilation legata ad un progetto di solidarietà per gli indiani d’America. Meg lo accompagna, e in studio si “rivela” e per giunta si rivela preziosa. Luca infatti non sa che Meg sa cantare e rimane stupito di come gli sappia indicare con sicurezza l’intonazione giusta per una seconda voce che presenta qualche difficoltà. Tanto che propone direttamente a lei di incidere la traccia: la voce di Meg viene registrata per la prima volta su un supporto fonografico. Di lì a poco entrerà ufficialmente nel gruppo. Venire a far parte di una realtà consolidata e complessa come quella dei 99 Posse.
Con i 99 Posse Meg incide 4 album: “Cerco tiempo”, “Corto circuito”, “La vida que vendrà” e “Na_99_10°”, il disco pubblicato per i primi dieci anni di attività.
Il 2001 è l’anno che segna in modo inequivocabile l’affermazione di questa personalità: con Marco Messina realizza il progetto Nous componendo la colonna sonora dello spettacolo teatrale “Dentro la tempesta” ( regia di Giancarlo Cauteruccio ) della compagnia sperimentale Kripton liberamente tratto da “La tempesta” di William Shakespeare. I Nous ( l’intelletto, ma anche il caos per il filosofo presocratico Anassagora ) entrano nello spettacolo in modo totale: eseguono le musiche dal vivo in scena e Meg interpreta il ruolo di Ariel. L’anno seguente il lavoro si concretizza nella pubblicazione del cd “La tempesta”.
Numerose sono poi le realtà della musica italiana con cui Meg negli anni ha stabilito altre collaborazioni a vario titolo: i Subsonica ( “Me siente” in “Corto circuito”); Roy Paci ( “ Se stasera sono qui” di Luigi Tenco ), Pino Daniele ( “E’ muorto ‘o rre, evviva ‘o rre” nell’album “Medina” ), Tiromancino ( “Nessuna certezza”), Nuova Compagnia di Canto Popolare ( un tour insieme all’insegna della contaminazione reciproca dei rispettivi repertori ).
Ottobre 2004: Meg produce “MEG”, primo album interamente solista edito per la sua neonata etichetta “Multiformis”.
Hai sempre voluto fare un album da solista, o è venuto così, un po’ da solo? E’ cresciuto da solo, piano piano, nel tempo che mi sono presa di pausa, tra un impegno e l’altro. Negli ultimi due anni ho cominciato a concretizzarlo. Per questo mi definisco una lumachina.
L’idea di un’etichetta, come mai? Hai intenzione di produrre altro? Mah, semplicemente perché mi serviva. Non ho idea di produrre niente. Il nome è stato scelto proprio per la natura multiforme e cangiante della mia musica. Sono contaminata da poesia, letteratura, cinema, tante forme artistiche che mi spingono mi aiutano ma creano anche questa ambiguità per la mancanza di definizione.
L’incontro con Carlo Rossi e questo collaborazione, com’è nata come si è sviluppata? La prima fase del disco è stata totalmente mia: programmavo con il computer, poi mi sono fatta accompagnare da lui. L’ho scelto perché mi conosce, sa le mie manie per nell’arrangiamento, voglio sempre che tutto sia perfetto come l’ho pensato io.
Dove vivi ora? Sempre a Napoli.
E’ più difficile essere solista o ti senti più libera? E’ più faticoso sì, perché è più lento, ma è un’esperienza molto forte. E’ tutto tuo, è qualcosa che proviene solo da te dalla tua personalità, nel mio caso dal mio multiforme essere; riesci a sfogare, ad appagare tutto il tuo desiderio. Quando suoni con altri invece, ciò che ne risulta è una fusione del vissuto di tante persone.
Questo disco è molto più melodico rispetto a ciò che eravamo abituati nei 99 posse. Sì, il mio amore per le canzoni, proprio per il cantare c’è sempre stato, è stato il mio primo amore. Anche se quando stavo con i 99 posse la forma era vicina al rap, ho sempre avuto una forte attitudine verso la canzone. Penso di non esser mai stata molto brava a rappare.
Incorrerai nel pericolo di essere associata a Bjork, che influsso ha nella tua musica? Bjork è stata precursore di molte cose. Mi piace molto la sua musica e come personaggio perché ha avuto il coraggio di osare e stare da sola.
Il disco suona molto elettronico, avete composto un lavoro da studio pur “suonando”… Penso di essere figlia del mio tempo. Mi piace la musica elettronica, da studio come Portishead, Tricky, Prodigy, Massive Attack…
Mi è piaciuto fare questo disco interagendo con il computer.
In questo album infatti si mescolano l’hip hop e i beatles, la musica napoletana classica. Addirittura il disco potrebbe esser tradotto molto facilmente nella classica cultura napoletana, ce ne siamo resi conto subito.
Tento di comporre tramite l’osmosi con l’esterno.
Chi stimi nel panorama musicale italiano odierno? Subsonica, Technophonic Chamber Orchestra, Retina.it, Stefano Bollani…
“Senza Paura” con la collaborazione di Elio e le Storie Tese…com’è nata? E’ nata perché ci conoscevamo già da tempo e ci stimiamo reciprocamente; mi sembrava perfetto farla con loro , sono dei maestri nel combattere la paura..
Ascolta "Simbiosi" Ascolta il remix di "Simbiosi"
(Paola Andreoni) |
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