A quasi sei anni dal fortunato “Chocabeck”, è uscito in tutto il mondo “Black Cat” (Universal Music), l’atteso nuovo disco di Zucchero, anticipato dai singoli “Partigiano Reggiano” (in Italia) e “Voci” (all’estero).
Zucchero (all’anagrafe Adelmo Fornaciari) nella sua carriera ha venduto oltre 60 milioni di dischi, di cui 8 milioni con l’album “Oro, incenso & birra”. Oltre ad essere il primo artista occidentale a essersi esibito al Cremlino dopo la caduta del muro di Berlino, è anche l’unico artista italiano ad aver partecipato al Festival di Woodstock nel 1994, al Freddie Mercury Tribute nel 1992 e a tutti gli eventi del 46664 per Nelson Mandela e ad essere stato nominato ai Grammy con Billy Preston ed Eric Clapton come Best "R&B Traditional Vocal Collaboration”. Il suo concerto nel dicembre 2012 all´Istituto Superiore di Arte di L´Avana è ritenuto il più grande live mai tenuto da un cantante straniero a Cuba sotto embargo.
Zucchero ha presentato alla stampa il nuovo disco, nella splendida cornice di Palazzo Clerici a Milano, spiegando innanzitutto perché ha scelto il titolo “Black Cat”: “Ho deciso di dare questo nome al progetto perché, più degli altri, è un album nero a livello di suoni, con radici nella musica afroamericana. È un disco libero come il gatto, che è selvatico, anarchico, meno domestico rispetto al cane. Il suono delle parole Black Cat mi è piaciuto subito e mi sembrava che riassumesse quello che volevo dire con l’album stesso. Quando fai questo mestiere ovviamente speri sempre che il tuo disco piaccia e possa essere un successo, che i tuoi brani vengano passati dalle radio. Poi mi sono ricordato di “Oro Incenso & Birra”. A quei tempi non mi interessavano le classifiche delle radio o quanto l’album potesse piacere, ero più libero perché avevo meno da perdere. Con “Black Cat” volevo tornare a quello stato d’animo. Così ho scritto una quarantina di canzoni, per poi sceglierne 12, più il brano firmato da Bono”.
Il disco è prodotto da tre grandi nomi del panorama internazionale, T Bone Burnett, Brendan O’Brien e Don Was e si compone di 13 tracce dalle sfumature rock-blues: “Ho deciso di coinvolgere tre produttori diversi. Volevo che alcuni brani fossero vestiti con un certo suono e altri con un altro. Avendo tre produttori differenti il rischio era che il disco avesse tre stili diversi. Allora prima di entrare in sala di registrazione ci siamo riuniti, abbiamo parlato e abbiamo stabilito che il progetto dovesse suonare con un unico stile e avere un sound omogeneo. Dopo Chocabeck, uscito quasi sei anni fa e l’esperienza entusiasmante con La sesion cubana, ho fatto un tour di 38 concerti nel Sud degli Stati Uniti e proprio in quel frangente ho iniziato ad immaginare il suono per questo disco. Ho pensato a film come Dodici anni schiavo, Il colore viola e Django Unchained, alle piantagioni di cotone con gli schiavi che vi lavoravano, così le catene hanno assunto un sound ritmico, le voci delle persone e le canzoni dei prigionieri sono diventate importanti a livello sonoro. Ho cercato questo suono un po’ tribale, con l’utilizzo di chitarre artigianali e di altri strumenti. E’ stato un lungo lavoro: c’è voluto un anno per scrivere i brani, e poi ho viaggiato tra Los Angeles, New Orleans, Nashville, Memphis, per cercare i produttori e i musicisti giusti per ognuna delle tracce. Sono molto soddisfatto, era quello che avevo in testa”.
Zucchero ha poi parlato del singolo attualmente in rotazione radiofonica, “Partigiano reggiano”: “Sono nato in Emilia Romagna, in un paesino dove c’era la cooperativa e la chiesa, la canzone è un ricordo romantico di quello che sentivo raccontare da mia nonna e da mio zio che era stato deportato in Germania. E’ l’immagine del partigiano che ho, quella di una persona buona che lasciava tutto per andare a combattere e aiutare gli altri. Vorrei che attraverso questo brano arrivasse un messaggio ai giovani, affinchè si uniscano per fare un muro contro quello che non va. Vorrei allevare tanti piccoli partigiani come fossero boyscout, senza armi, ma coesi contro chi non dà loro un futuro. Io sarei una sorta di zio, pronto a dare loro una mano insieme a qualche mio collega che ancora ha degli ideali. Infatti non vedo un grande futuro per i giovani”.
L’album annovera la collaborazione artistica di Bono, che in seguito alla tragedia avvenuta al Bataclan di Parigi nel novembre scorso ha scritto con Zucchero il brano “Streets Of Surrender (S.O.S.)”, e la partecipazione alle chitarre di Mark Knopfler, che suona sia in “Streets Of Surrender (S.O.S.)” sia in “Ci si arrende”: “A settembre ero andato a Torino per vedere il concerto degli U2, sono passato a salutare Bono e lui mi ha chiesto se volevo salire sul palco insieme a loro per cantare la canzone di chiusura del live, “I still haven´t found what I´m looking for”. All’inizio ero titubante anche perché non conoscevo testo e accordi alla perfezione. Poi ho accettato e ho cantato con loro. Alla fine del concerto Bono mi ha chiesto come poteva sdebitarsi e io gli ho dato un provino dicendo che mi sarebbe piaciuto cantare un testo da lui scritto in inglese. Poi non ci siamo sentiti per due mesi finchè dopo i fatti tragici di Parigi mi ha chiamato dicendo di avere l’ispirazione e di voler parlare nella canzone di quanto successo nella capitale francese. Mi ha mandato così il testo, che faceva riferimento a Parigi ma poteva essere declinato a livello universale. Mark Knopfler, invece, era perfetto per questi brani perché fa quel tipo di arpeggio con la chitarra che volevo nel disco”.
“Black Cat” uscirà in più versioni, per il mercato discografico italiano, internazionale, spagnolo e asiatico. La versione internazionale avrà le stesse canzoni di quella italiana, adattate in inglese o spagnolo, con la partecipazione di Elvis Costello che ha scritto “Turn the world down”, mentre in quella spagnola ci sarà un duetto con Alejandro Sanz in “Hechos de suenos” (“Fatti di sogni”). Nel disco per il mercato giapponese, ci saranno invece le chitarre del musicista Hotei in “Ti voglio sposare”: “A maggio andrò per la prima volta in Giappone e farò un concerto a Tokyo con il chitarrista Hotei come guest star. Poi il prossimo anno tornerò per la tournée”.
Zucchero presenterà a settembre il nuovo disco, in anteprima mondiale all’Arena di Verona, nei suoi unici 10 concerti del 2016 in Italia (16, 17, 18, 20, 21, 23, 24, 25, 27 e 28 settembre), prima tappa di un tour che impegnerà l’artista in tutto il mondo: “Ci saranno degli ospiti, ma non so ancora chi inviterò, vedremo quest’estate. Adesso sto pensando alla composizione della band perché vorrei riprodurre questo album in modo organico, quindi saranno necessari due batteristi, un polistrumentista… Saremo almeno in 13-14 sul palco”.
Testo di Francesca Monti |