Iniziamo parlando di “Flop”, il vostro ultimo disco. Lo so che siete maestri dellŽironia, ma chiamare un disco così non sembra proprio un buon augurio...
Devo confessare di essere un tipo un poŽ ansioso. LŽanno scorso eravamo in tour e tutte le volte, prima di un concerto, mi chiedevo “...sarà mica un flop?!”. Fortunatamente non è mai capitato! Così io e Cecco abbiamo pensato che potesse essere proprio quello il nome giusto per il nuovo disco, visto che quel pensiero negativo ci aveva sempre portato bene. Contemporaneamente, se lŽalbum fosse andato male, non avreste potuto dire che non vi avevamo avvisato!
“Non voglio dire”, il primo singolo estratto, è una canzone un poŽ dolce e amara, racconta una frustrazione, il disagio di dover mettere in discussione la propria integrità per arrivare dove si vuole...
EŽ la metafora di quello che accade a tutti nella vita. Per raggiungere degli obiettivi, spesso siamo costretti ad accettare dei compromessi. LŽimmagine forte e diretta della commessa che vuole a tutti i costi diventare una velina ci sembrava emblematica e particolarmente adatta a rappresentare in maniera estrema quello che tutto sommato viviamo quotidianamente.
In “Flop” ci sono tanti riferimenti nostalgici. “Spegni quella connessione, guarda in faccia le persone”, cantate in “Nostalgia”... eppure siete un esempio emblematico di questi tempi iper connessi: siete seguitissimi sui social, i vostri video hanno tantissime visualizzazioni. Siete proprio sicuri che era meglio prima? Come vivete questo dualismo nostalgia-tecnologia?
EŽ vero, io e Cecco non facciamo altro che guardare al passato con nostalgia. Eppure non possiamo negare che è proprio grazie ad internet se siamo così attivi e seguiti. Ciò non toglie che ci piace riferirci alle vecchie canzoni e ai miti di una volta. Anche al disco fisico in sé: prima la sua realizzazione aveva più importanza e prestigio, oggi ha perso quel valore e quella preziosità. DallŽaltro lato, viviamo in un mondo in cui è tutto più veloce, più raggiungibile. Per questo pensiamo che sia giusto per chi fa musica dedicarsi anche ai social network. Ci perdiamo tanto di quel tempo che sarebbe stupido non sfruttarli per comunicare con i nostri fan.
“Io sono incazzato” è un pezzo del vostro ultimo disco. Ma voi vi incazzate mai tra di voi?
Io e Cecco siamo caratterialmente diversissimi. Lui è più timido, io più espansivo. Prima ci capitava molto spesso di litigare, qualche volta in maniera forte. Adesso che abbiamo una band e siamo riusciti a mettere su una piccola squadra, ci siamo calmati e discutiamo molto meno.
“Amore a strisce” e “Uragano” sono la prova che Cecco & Cipo sanno anche essere dei veri romanticoni...
Decisamente sì, i riferimenti allŽamore non mancano mai nei nostri dischi. “Uragano” è stata scritta interamente da Cecco – credo proprio che sia la sua prima canzone dŽamore -, “Amore a strisce” da me. QuestŽultimo, in particolare, è un pezzo di qualche anno fa, che tenevamo chiuso nel cassetto e che abbiamo deciso di tirare fuori adesso. In questi pezzi lŽamore è visto da due prospettive diverse, ognuno di noi ne racconta la sua particolare versione.
Ho letto che allŽinizio per riuscire a fare concerti in giro vi siete spacciati per unŽagenzia di booking...
Prima era un bel casino riuscire a suonare. Nessuno ci dava spago, se chiamavamo un locale ci dicevano che la selezione dei musicisti avveniva solo tramite agenzie, e quindi “No grazie, ci sentiamo tra due mesi”. Allora ci siamo detti: “Perchè non la inventiamo noi unŽagenzia di booking? Almeno strappiamo qualche data in più!” Abbiamo cominciato a chiamare i locali “sotto mentite spoglie” e se allŽinizio erano tutti un poŽ titubanti perchè non conoscevano la nostra (finta) agenzia, col tempo siamo riusciti a suonare fuori dalla Toscana. Per fortuna, ad un certo punto, abbiamo avuto bisogno di unŽagenzia vera!
Le vostre canzoni sono semplici, vere, dirette. Secondo voi la musica per arrivare alle persone deve essere così?
Noi abbiamo sempre scritto i pezzi così, come ci vengono. Non ci piace seguire strutture ben precise. Ci ispiriamo sicuramente ai cantautori italiani, come Rino Gaetano, Francesco De Gregori e Fabrizio De Andrè. Per noi funziona così: o una canzone viene fuori in due minuti oppure non viene fuori per niente. Di base, ci piace essere semplici e spontanei.
Come avete vissuto la disputa con Morgan a X-Factor?
In molti ce lŽhanno con lui perchè pensano che abbia fatto male a eliminarci. In realtà noi pensiamo che avesse ben capito chi aveva davanti e che sarebbe stato meglio per noi uscire da lì e continuare il nostro percorso fuori da quella realtà. Detto sinceramente, non saremmo stati in grado di continuare il programma perchè non avremmo potuto cantare alcune canzoni. Quelle in inglese, per esempio! LŽeliminazione è stata una cosa positiva: ci ha permesso di far girare il nostro nome, quindi molto meglio che sia andata così!
Dove vogliono andare Cecco e Cipo?
La nostra priorità è suonare il più possibile. Fino a maggio ci esibiremo nei club, e poi fino a settembre saremo in giro col tour estivo. Non abbiamo grosse aspirazioni a livello televisivo, anche se abbiamo partecipato a qualche programma. Ci interessa suonare, farci conoscere e apprezzare dal vivo.
6/04/2016
Testo di Angela Suriano |