Mancano poche ore alla finale del Festival. E naturalmente si fanno i primi pronostici sul vincitore. Un nome che circola? Rocco Hunt. E noi ce l´abbiamo, fresco di intervista, l´ultima per quest´edizione. Grazie a tutti i nostri lettori per averci seguito con il solito affetto.
Ciao Rocco, al grido di Wake Up sei arrivato anche tu sul palco di Sanremo 2016. Cosa mi racconti di questa tue seconda esperienza dopo quella da vincitore delle Nuove Proposte di due anni fa?
Che dire, sono felicissimo. E sono soprattutto contento di essere un po´ l´outsider di questo Sanremo. Durante la serata cover, ad esempio, ho portato Tu vuo´ fa l´americano e credo di aver trasformato l´Ariston nella sagra della “carcioffola” (o castagna, come preferite) sdoganando un po´ quello che è un ambiente pettinato con la mia semplicità e la mia voglia di fare.
Come hai vissuto questo rapido passaggio da Nuova Proposta a Big?
Non l´ho proprio vissuto. Solo percepito viste le interviste, i passaggi da un albergo a un altro, ecc. Di conseguenza io mi considero ancora una nuova proposta perché quest´anno nei big ci sono Patty Pravo, Enrico Ruggeri che quando si esibivano loro mio padre non era nemmeno nei pensieri di mio nonno. Quindi essere nella loro stessa categoria mi fa pensare che in realtà di categorie ce ne siano tre: i big, i giovani e i big giovani (ride, nda).
Mi stacco un attimo dal brano e ti faccio una domanda sui tuoi videoclip. La tua videografia è estesissima. Ti chiedo, quindi, la motivazione e quanto metti di tuo nella loro realizzazione.
Sono contento tu mi abbia rivolto questa domanda perché ho il piacere di annunciarti che abbiamo vinto il premio come migliore videoclip tra i venti presentati dai big in gara. Questo video è stato girato in Sardegna e la Sardegna, credimi, è una regione meravigliosa con delle location paradisiache e dei talenti bravissimi.
Ci sono tua mamma e tuo papà anche quest´anno?
E certo. Ci sono anche dei parenti in più: c´è mio nonno, c´è mio fratello.
Se vinci li porti di nuovo su?
Il problema è che non decido io, loro se vogliono non si fanno problemi e vengono su (ridiamo, nda).
Ogni tuo brano racconta di temi sociali importanti. Il tutto, però, accompagnato da una melodia leggera e frivola. Non temi che in questo modo il messaggio che vuoi far passare passi in secondo piano?
No, non ho assolutamente paura di questa cosa. Per me è naturale fare un pezzo più orecchiabile nella musica e di significato nel testo.
Il regolamento del Festival prevede che il vincitore può scegliere di partecipare o meno all´Eurovision Song Festival . Se vincessi, tu ci andresti?
Sicuramente, sarebbe un sogno e una bellissima occasione.
Sul palco dimostri una certa sicurezza, davanti alle telecamere invece sei sempre un po´ agitato, a volte quasi in difficoltà. Che rapporto hai con la dimensione mediatica?
Sai cos´è che mi frega? L´ansia. Io ho un´ansia assurda e non riesco mai a star fermo. Quando salgo sul palco, però, tutta l´ansia si trasforma in euforia e voglia di trasmettere cose. E quindi accumulo ricordi , che poi appendo nella stanzetta della mia testa.
Matteo D´Amico
13 febbraio 2016
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