Ermal Meta ha concluso il suo Festival di Sanremo con una buona terza posizione per la sezione Nuove Proposte. Il suo brano, Odio le favole, era il più orecchiabile, il più canticchiabile, quello col testo più immediato. Ma Ermal, si sa, con le parole per la musica è uno dei più bravi in Italia.
Gli ho chiesto della sua partecipazione al Festival, mi ha riposto da vero professionista.
ComŽè nata “Odio le favole”?
EŽ una canzone nata dallŽesigenza di tradurre in musica un pensiero che mi accompagna sempre: la vita è molto più interessante di qualsiasi favola, perché riesce a sorprenderti ogni volta e in modi sempre diversi. La favola di un adulto, del resto, è proprio la sua vita. E ognuno di noi si aspetta che abbia un grande finale, pieno di passione.
Cosa ti aspetti dal brano e dalla tua partecipazione a Sanremo?
Mi aspetto che la mia canzone piaccia, e se non dovesse piacere vorrei che mi fosse detto tranquillamente, sono una persona decisamente aperta alle critiche. Da Sanremo, invece, mi aspetto che mi lasci un gran bel ricordo. Finora è stato cosi, e sono sicuro che continuerà a farlo.
Tu nasci come autore. Perché ad un certo punto hai avuto lŽesigenza di esprimere il tuo mondo non solo scrivendo per altri, ma anche anche cantando tu stesso i tuoi brani?
Nessun ragazzo adolescente, quando si approccia a uno strumento, pensa che da grande farà lŽautore e basta. Ognuno ha il suo personale sogno di rock Žn roll. Poi la vita ti sorprende, come dicevo prima, e ti porta verso direzioni inaspettate. Si impara che si possono fare anche altre cose, e una di queste è proprio lŽautore. La motivazione originaria per cui si comincia a suonare uno strumento però è unŽaltra. Tutto il resto arriva in un secondo momento, cose bellissime che ti arricchiscono sia a livello professionale che umano, ma tutto parte solo dal sogno della musica. Quando un bambino inizia a suonare, desidera solo di salire sul palco, un giorno. E non si smette mai di inseguire quel sogno.
Per chi tifavi, oltre che per te stesso?
Tifo per la musica, vorrei che fosse sempre al centro di Sanremo. Con Carlo Conti lo è, e spero che sia sempre così.
Che progetti hai per il futuro?
Sicuramente tanti concerti. La tridimensionalità del live è una cosa fondamentale, qualcosa che di sicuro non si può intravedere nel corso di una singola esibizione carica di tensione, tra lŽaltro su un palco cosi scottante!
Matteo DŽAmico, Angela Suriano
13 febbraio 2016 |