Ha tante anime Cecile. Una è quella di una ragazza legata alle proprie origini e soprattutto alle persone che l´hanno cresciuta. Una è quella dell´atleta, della giocatrice di basket. Un´altra è artistica, devota alla danza, alla performance teatrale, e ovviamente, alla musica.
L´ultima (forse?) è il fil rouge che collega tutte le sue anime: quella forte, determinata, che non ha paura di portare a Sanremo un pezzo dal titolo importante, quasi rischioso: N.E.G.R.A. “E´ un brano molto autobiografico. Lo considero una sorta di pretesto per parlare di discriminazione. La canzone potrebbe chiamarsi “Brutta”, “Omosessuale”, o con qualsiasi aggettivo usato per additare qualcuno come “diverso”. Ma diverso da chi? Da cosa? Per quanto mi riguarda, l´unica classificazione esistente è quella tra brutte persone e belle persone.”
Ha un tono di voce caldo e una risata contagiosa Cecile, decisamente in contrasto con il racconto di una vita non proprio semplice: quella di una ragazza che ha cercato di sconfiggere i mostri tirando fuori il meglio di se stessa. Ed è proprio con la musica e con lo studio del violino che la giovane cantante ha messo a terra i “draghi” del bullismo, “Ma mi ritengo una una ragazza che ha avuto tanta fortuna”, dice. “Ho avuto una famiglia che mi ha fatto crescere in un ambiente sano. E non ho mai voluto piangermi addosso, ho cercato sempre di circondarmi di persone valide. Come i compagni dell´orchestra con cui suonavo il violino.
Lì eravamo tutti innamorati di un´unica cosa: la musica”. Fanno pensare queste parole, soprattutto se a pronunciarle è una ragazza di soli ventun´ anni.
Le idee, però, le ha già chiarissime, e ha voglia di lanciare un messaggio che possa restare impresso nella testa delle persone: “Sono una nuova proposta qui al Festival: propongo qualcosa di nuovo, quindi un modo nuovo di guardare al futuro”. E allora largo al al futuro, e alla musica che insegna.
Testo di Angela Suriano |