L´Italia è quel paese in cui un artista deve essere solo pop o solo rock o solo jazz. Insomma, deve essere un genere solo. Le eccezioni alla regola sono viste come tentativi di strafare o semplicemente come esperimenti destinati a passare in sordina.
Tra tutte le eccezioni, una delle artiste che più ha fondato la sua carriera artistica sulle contaminazioni di generi musicali è Simona Molinari. Una che ha inciso quattro album in quattro anni e che ha trascorso gli ultimi mesi a rendere omaggio a Ella Fitzgerald e al jazz in generale. Dal mese scorso è disponibile il suo nuovo disco Casa mia (prodotto da Carlo Avarello su etichetta Warner Music) che è un piccolo gioiello in cui l´artista reinterpreta dieci classici del jazz, suonati dalla storica band di Simona Molinari, la Mosca Jazz Band, e arricchiti dalla preziosa partecipazione dell´orchestra sinfonica di Ennio Morricone.
Mi racconta di questa nuova esperienza in un´intervista che la conferma una delle artiste più raffinate del panorama musicale italiano.
Casa Mia ritrae una Simona diversa da quella che eravamo abituati a conoscere. Più matura ma con il solito piglio dell´artista determinata e con idee chiare in testa. Come descriveresti il tuo percorso artistico di questi ultimi anni?
Beh, sicuramente il mio percorso artistico rispecchia quello che sono. Dai primi anni a oggi ogni mio disco è stato sempre diverso dall´altro e questo arriva in un momento molto particolare e sereno della mia vita in cui ho voluto concentrarmi sulla musica. E io lo considero un omaggio alla musica che mi ha appassionato fin da bambina.
Se è cambiata, quindi, come è cambiata la Simona di oggi?
Sicuramente oggi ho più consapevolezza di ciò che mi piace e anche una serenità maggiore nell´affrontare questo aspetto, senza troppi paletti come possono essere, ad esempio, quelli relativi a cosa piace di più alle radio, al fatto stesso di fare un disco per un tipo di pubblico specifico. Con questo disco, quindi, mi sono concessa di fare un po´ come mi pareva.
Nel disco sperimenti un genere che dichiari di aver sempre amato, che hai iniziato a suonare nel passato ma che mai avevi approfondito veramente..
Sì, esatto, proprio così.
Il tuo genere, infatti, è sempre stato un po´ pop e un po´ jazz. E questa è una cosa che in Italia non piace tanto. Si tende sempre a categorizzare un´artista in base a un preciso genere musicale. Tu sei un po´ una delle eccezioni a questa regola..
Sì, ciò che non si riesce a catalogare fa un po´ paura, tiene un po´ distante. Io i pezzi di questo disco li ho sempre arrangiati un po´ a mio modo: ci ho messo un pizzico di elettronica, ci ho messo un´orchestra sinfonica piuttosto che una band di fiati che hanno un suono più americano.
Come è nata l´idea di creare un album composto da brani così evergreen?
L´idea è nata dal mio tributo dello scorso anno a Ella Fitzgerald e io in questo spettacolo raccontavo un po´ la sua vita e cantavo i brani che le si possono attribuire. Quindi, cantandoli mi è tornata un po´ la voglia di fare musica jazz. Quando poi mi sono ritrovata a incidere, ho pensato che probabilmente non mi sarebbe ricapitato di fare altri dischi di questo genere e allora ci ho messo anche canzoni che adoro da sempre come Smoke gets in you eyes oppure Quisaz Quizas Quizas.
Raccontami, invece, della collaborazione con l´orchestra di Ennio Morricone.
Avere loro nell´album è stato bellissimo. La gente per un album del genere si aspetterebbe qualcosa di più americano. Io invece volevo sottolineare quanto in Italia siamo forti e quindi l´idea di inserire quest´anima più classica.
Proprio l´orchestra diventa parte integrante del tuo nuovo progetto: per ogni data del tuo tour, infatti, collaborerai con le orchestre sinfoniche delle varie regioni.
Sì, mi piacerebbe farlo davvero nel prossimo inverno. In questa prima parte del tour andrò con un quartetto d´archi, un trio jazz e un dj. Metterò quindi sul palco queste tre anime che sono appunto l´anima jazz, l´anima classica e l´anima pop elettronica. E poi sì, nel futuro prossimo mi piacerebbe collaborare con le orchestre di ogni regione italiana che sono un patrimonio italiano che spesso è poco considerato.
Dove ti vedremo nei prossimi mesi?
Ho fatto un´anteprima a L´Aquila il 18 dicembre, il 5 marzo sarò a Brindisi, l´11 e il 12 marzo a Milano, poi Firenze, Roma, Reggio Emilia, Napoli e altre città d´Italia. Speriamo bene!
Testo di Matteo D´Amico |