Sono giorni movimentati questi per la musica italiana. XFactor ha il suo vincitore, l´annuncio dei big in gara per Sanremo, tanti dischi in uscita, tanti tour oramai in dirittura d´arrivo.
Io qualche giorno fa ho intervistato un ragazzo che alla musica italiana continua sempre a dare tanto in quanto autore di molte hit di successo e di singoli per i più celebri artisti italiani. Lui è Matteo Buzzanca che da un mesetto circa si cela dietro un nuovo nome, Teodorf. Teodorf è il suo nuovo progetto musicale nonché il titolo che da il nome al disco nonché quel trampolino di lancio verso obiettivi personali che, dato che parliamo di un disco che suona e suona pure bene, non faticheranno a essere raggiunti (qui la recensione del disco: http://newsic.it/album/body_album.php?id=2816).
Ti chiamo Matteo o Teodorf? Dimmi tu. E perché questo nome così, diciamo, fiabesco?
Chiamami Matteo (già ridiamo, nda). Tu lo senti fiabesco? Teo sta per Matteo e Dorf in tedesco vuol dire villaggio, paese.
Subito un mio parere: tutto quello che non hai inserito nei pezzi per gli altri, lo hai inserito in questo disco. Si tratta solo di scelta dettata dai generi diversi o hai voluto creare una sorta di distacco tra i due mondi?
Io, prima di essere un autore di canzoni per altri sono un musicista. Quindi come musicista ho la necessità di confrontarmi con mondi e generi che sono diversi. Nel progetto Teodorf ho dato sfogo a quello che nella scrittura delle canzoni non può avere svolgimento. Oltretutto come musicista amo la canzone anglosassone (che da un punto di vista stilistico e musicale è più ricercata) e quindi ho dato vita a un progetto che mi ha dato la possibilità di sfoggiare tutti quei mondi musicali che io ho ascoltato, frequentato, che mi piacciono. Neanche tutti in realtà, quelli declinabili bene sulla mia voce. All´inizio infatti volevo fare un disco solo con featuring poi, chiaramente, essendo un progetto totalmente sconosciuto e d´esordio era difficile coinvolgere tanti ospiti. Infatti le prossime canzoni probabilmente le dedicherò a un album di featuring, proprio per aver modo di scrivere pezzi diversi tra di loro. E quindi legarmi anche a dei cantanti diversi.
Le collaborazioni, infatti, sono un tratto distintivo del tuo progetto. Io ho trovato fantastica quella con Polly Paulusma in We Belong. E le altre? Come sono nate?
Le collaborazioni sono state anche abbastanza casuali. Per We Belong cercavo una cantante
femminile di quel tipo e Polly Paulusma io l´avevo vista in giro in Italia tante volte. Quando poi le ho fatto ascoltare il pezzo, a lei è piaciuto tanto. We Belong è un pezzo strano con un non ritornello, un brano di ricerca che è fuori da dei clichè, da degli standard.
E poi Ken Thomas. E quindi Sigur Ros. E quindi Moby. Quanto ha contato la sua esperienza nella realizzazione del disco?
Ha contato nella maniera in cui doveva contare. Ken Thomas, infatti, ha fatto un lavoro che io da un certo punto di vista mi aspettavo nel senso che che mi aspettavo proprio quel tipo di suono. In realtà io Teodorf l´ho fatto da solo, l´ho prodotto da solo ma ad un certo punto mi sono detto: "Adesso lo faccio mixare". Io in Italia non conoscevo fonici che potessero trattare quel materiale musicale lì, con caratteristiche atipiche rispetto alla nostra tradizionale forma canzone. Ho pensato quindi a Ken Thomas di cui ho letto tanto su un sacco di riviste specializzate. Poi ci ho provato ed è andata bene. E alla fine mi sono ritrovato a mangiare fish and chips a casa sua, con lui e sua moglie. Molto molto divertente. A parte questo, credo veramente che nessuno in Italia, tra quelli che conosco, avrebbe potuto interpretare i pezzi del disco come ha fatto lui.
Poi c´è la collaborazione con Tiziano Russo per il video di Why che, a mio parere, è fighissimo. E la copertina del disco. Che è figa anche quella. Come è nata?
Guarda, la copertina l´ha realizzata Francesco Fallisi che oltre a essere un mio carissimo amico, è un mio fan sfegatato. Infatti quando lui ha sentito le canzoni ne è rimasto innamorato tant´è che mi ha presentato poi delle illustrazioni che mi hanno subito colpito proprio perché rappresentano il disco alla perfezione.
Altri autori nell´ultimo periodo hanno creato progetti discografici come hai fatto tu. A differenza di, mi viene in mente, Ermal Meta, tu hai però cambiato completamente registro.
Perché io in generale nasco più Teodorf, per la mia storia (io sono uno che ha studiato al conservatorio, ho avuto un padre che è stato discografico della RCA), perché conosco tanta musica. Quindi nella canzone italiana, poiché le canzoni che scrivo poi il più delle volte non le produco io, non dò gli sviluppi musicali che invece vorrei. Gli autori di canzoni scrivono solo canzoni, io sono un musicista che scrive anche canzoni.
Ti vedremo in giro a farci ascoltare i tuoi pezzi?
Sto progettando il live proprio in questo periodo. Non è facile perché è un disco molto difficile da portare dal vivo ma spero che qualcuno abbia voglia di venire ad ascoltarmi.
Hai in mente qualcos´altro per il tuo prossimo futuro?
Nel futuro voglio continuare quello che ho iniziato: scrivere dei pezzi molto diversi tra di loro,
cercare dei featuring all´estero e in Italia, sperimentare, avvicinarmi di più al cinematografico e alle colonne sonore e, perché no, anche portare finalmente il mio mondo musicale nella musica italiana.
Testo di Matteo D´Amico |