Drones esce il 9 giugno , un disco in cui i Muse riversano una storia apocalittica e la visione del mondo contemporaneo utilizzando metafore e comparazioni passate. Un disco da ascoltare senza fiatare, più di una volta. Futurista e avanguardisti da sempre nel cercare nuove soluzioni musicali. Un disco complesso, un disco che ci sbatte in faccia la piega che la società moderna sta prendendo. Un Matrix musicale in cui a Neo si sostituiscono Mat Bellamy & Co
Come è nata l’idea dei droni?
E’ nata nel tempo. Il brano Drones nasconde il concept che si dirama per tutto il disco, una sorta di apocalisse come per Black holes and revelations. C’è una separazione tra i droni e come liberarci dall’ essere droni. Il disco è la combinazione di entrambi gli aspetti. Questo album ha una storia al suo interno cosa che nei dischi precedenti non era presente. Abbiamo sempre proposto una sorta di concept generico, qui si parla di una storia con una cronologia vera e propria. E’ il primo disco che si può definire un concept album.
Mi riallaccio a questo discorso. Il disco sembra diviso in due parti: la prima capitanata da Dead inside ha un suono metallico, la seconda da The Globalist presenta un suono differente, quasi analogico.
Non so se è una vera e propria divisione. L’album è frutto di un viaggio. Il mood dell’album cambia seguendo il concept di ogni brano e l’evoluzione della storia. L’album inizia con una sorta di smarrimento e ci sono brani, come Psycho, che sono molto arrabbiati, inizia quel processo di droni umani. L’armonia e il suono riflettono questo concetto. La parte centrale dell’album presenta brani come Mercy e Revolt riflettono un vago ottimismo, raccontano della consapevolezza di essere persi all’interno del sistema e, da questa realizzazione, nasce un senso di ribellione. La fine dell’album è più confuso, non si sa realmente se alla fine si trova o meno una soluzione
Io forse l’ho trovata. Recitate “it’s human nature the greatest hunter”. Penso che il problema desolante sia che siamo umani e siamo noi la causa del nostro male.
E’ un cerchio che si ripete. Il processo può riniziare ancora e ancora. Iniziare dal punto di fine, può essere positivo o negativo. Da qui nasce la scelta del coro in The Globalist, a volte ascoltandolo ti senti gioioso altre malinconico. The Globalist per me è un brano confuso, ci sono questi tre motivi che vanno secondo linee armoniche differenti e che si riuniscono nel finale creando, comunque, un mood caotico. Quando abbiamo finito di registrare l’ultimo brano, ho pensato che si poteva ricominciare ancora da capo.
C’è una citazione al discorso di J.F K al Waldfor- Astoria del 1961. Pensate che la situazione che descrisse Kennedy non sia ancora cambiata?
Può darsi. E’ interessante questo discorso. Ci sono diverse connessioni a quel discorso lungo tutto il disco. E’ un bell’estratto. Lo abbiamo usato allo stesso modo con cui ci siamo approcciati a presentare il discorso dei droni. Il messaggio di un brano o un disco, può essere. Usare il discorso di JFK serve per far ascoltare meglio Defector e il suo significato, senza che questo venga interpretato in modo differente.
Come gli umani possono sconfiggere i droni?
Penso sia l’uso massiccio di internet e delle tecnologie il problema. Spesso non si vive una vita propria per vivere quella virtuale. Cinquant’anni fa, le persone a casa parlavano e facevano delle attività insieme, ora c’è una separazione. Non siamo più realmente connessi dal punto di vista emotivo. I miei figli sono extra connessi dal punto di vista della social life; usano snapchat, instagram piuttosto che parlare con i loro amici faccia a faccia. Se questo è il risultato degli ultimi 50 anni, cosa succederà nei prossimi cinquanta? Non si lascerà più casa per ascoltare musica, comprarla, basterà stare seduti e avere un computer.
C’è una connessione tra Mercy e Drones. Entrambe sembrano una preghiera in Mercy c’è quel ridondante “Help me”, mentre Drones finisce con “Amen”.
C’è un senso di disperazione generale. Ci sono molte connessioni tra i brani e le sintassi
La parola libertà in opposizione a guerra ad esempio
C’è questo senso di combattere per la propria libertà. Ci sentiamo oppressi, viviamo una vita nel modo in cui non vorremmo viverla molto spesso. Le persone pensano di trascorrere del buon tempo, in realtà no perché si entra a far parte di un sistema come i social media. Uso anche io la tecnologia, ma spesso li spengo per uscire e guardare gli alberi nella realtà.
Tommaso Colliva. Avete sbaragliato questa immagine della musica italiana old style all’estero, scegliendo ancora lui nella vostra squadra
Abbiamo incontrato Tommaso per la prima volta quando ci siamo approcciati a Black holes and revelations. Tommaso vive in Italia, la seconda parte dell’album ,le voci, l’abbiamo registrato in Italia.
E’ un grande uomo che capisce che cosa una band voglia dire e voglia raggiungere. Sa moltissime cose su tutti gli elementi che compongono il suo studio. Nel mondo della tecnologia musicale penso che sia il migliore. E’ bello avere un viso familiare in studio, Tommaso è questo per noi. Sappiamo che può far tutto e ci fidiamo di lui. L’album ha uno stretta connessione è un disco che va ascoltato tutto insieme.
Ecco la recensione di Drones:
DRONES – MUSE
WARNER MUSIC
10/10
C’erano i Radiohead e c’erano i Muse, una guerra battuta a suon di copie di dischi venduti per il trono di band del rock mondiale. Diciamolo chiaramente, noi italiani abbiamo sempre strizzato l’occhio alla band di Matt Bellamy&Co, sarà perché c’è un italiano tra lo staff (Tommaso Colliva) o perché il cantante aveva una ragazza comasca e la residenza in Lombardia. Con diciassette milioni di copie di cd venduti, i Muse
ormai sono una realtà e ogni guerra per il podio del rock è venuta ormai definitivamente a cadere. Il 9 giugno uscirà Drones . Un disco che racchiude nel mio immaginario 1984 di Orwell, la trilogia di Matrix e Odissea nello spazio. Drones è una rock opera futurista e avanguardista, la prima in sei dischi pubblicati.
Un album che non solo racchiude un concept ma che traccia cronologicamente le fila di ciò che avverrà se continuerà l’alienazione tecnologica. Un’opera apocalittica per certi versi, in cui l’uomo stesso è il colpevole (The Globalist) dello smarrimento in cui vive dove già la consapevolezza della sua situazione sociale è un punto di svolta, una brezza di speranza. Bellamy e soci racchiudono per immagini un ritratto
sociologico, che muove le fila da un’attenta analisi della società contemporanea. Come ogni antologia che si rispetti, anche Drones racchiude quelle citazioni che aiutano l’ascoltatore nel seguire il significato del racconto cantato, c’è Full Metal Jacket con il recitato di Drill Sergeant e il discorso di Kennedy al Waldfor Astoria del 1961 (JKF). Quest’ultimo risuona nelle orecchie quanto una nefasta profezia che traccia un quadro invariato da anni. Drones rappresenta un monito ma anche una teoria scientifica di non difficile supporto. Un album che racchiude empatia, sguardo attento, capacità di andar oltre il concettualismo pop moderno, la voglia di riscoprire l’umanità nell’individuo, la lotta all’alienazione, l’anaffettività post-moderna. C’è tempo per pregare di esser salvati (Mercy), si può cercare di combattere in nome della propria libertà. Drones è un cerchio, The Globalist e il finale incerto che propone, segna un nuovo inizio che può sancire una storia differente o identica a quanto appena ascoltato. Dal punto di vista musicale l’assetto sonoro è diretto con chitarre possenti e batteria i primo piano, i suoni metallici e le distorsioni di Psyco o Dead Inside, vengono a scontrarsi con la “western”- music, con il gospel di sicura matrice Queen. I Muse tornano alla musica “suonata”, con un approccio meno tecnologico e nettamente più umano, allo strumento e all’armonia prodotta. Un disco da ascoltare con attenzione, tutto di un fiato. Un disco che mira e centra l’obiettivo rispondendo alla domanda: quali siano i canoni per definire un bel disco?.
Elena Rebecca Odelli
TUTTO SU MUSE
1999 – Showbiz
2001 – Origin of Symmetry
2003 – Absolution
2006 – Black Holes and Revelations
2009 – The Resistance
2012 – The 2nd Law
2015 – Drones
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