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 ALEX BRITTI
ALEX BRITTI LŽeterno zingaro felice
LŽETERNO ZINGARO FELICE

Alex Britti mi ha stupito. Sarà perché era la prima mia intervista, da solo, al Teatro Ariston di Sanremo. L´appuntamento era alle ore 17 ma durante le prove ricevo la notizia che l´incontro doveva essere anticipato di un´ora. "Non ho tutte le domande pronte", ho pensato. E allora via di braccio. Tutto sommato è andata bene, molto bene. Grazie ad Alex, un artista di una gentilezza disarmante. Sembrava davvero fossimo amici da una vita.
 

Sanremo 2015: cosa hai capito fino ad ora?
"Beh, sicuramente credo sia un Festival un po´ diverso dal solito per quanto possa essere diverso un Festival di Sanremo. Carlo è istituzionale al punto giusto, ama la musica e ha messo insieme un calderone di artisti diversi tra loro che però hanno tutti un minimo comun denominatore che li lega".

 

Qual è?
"In realtà non lo so. Più che altro parlo del senso di quello che arriva. Siamo in un Festival fresco e che sta funzionando. Sai, viviamo un periodo in cui uno quando accende Sanremo si vuole rilassare e divertire. Divertirsi, ecco, ma con un po´ di cultura dentro. La cultura non fa male. La cultura non è solo quando uno è cupo e sfigato. La cultura c´è anche nelle cose divertenti. E mi sembra questo il clima del Festival di quest´anno".

 

Penso ad Alex Britti e penso alla chitarra. Hai mai pensato, a questo proposito, al metodo Stanislavskij, quello per il quale un artista porta con sé sul palco un oggetto per sentirsi più sicuro?
"Oddio, il metodo Stanislavskij sa tanto di coperta di linus. Comunque sì, penso ci sia una componente psicologica però, alla fine, io sono blues e ho il suono blues, a prescindere dalla chitarra. Io, poi, non uso processori, non uso nulla: la chitarra dritta con l´amplificatore a palla. Basta. E questo rende anche il mio modo di suonare un po´ riconoscibile. Quindi è una scelta anche di sonorità. Ad esempio, prima ho sentito in prova il pezzo che porta stasera Bianca Atzei. Lei sta uscendo col disco e quella canzone è nel disco. Io l´ho prodotta, ho scritto la batteria e il basso e poi ci ho suonato la chitarra. Stasera forse la suoneranno Chicco e Luca, due ragazzi bravissimi dell´orchestra che sono molto più rock. Nel disco l´ho suonata io e io sono più blues. E questa componente mi piace, soprattutto nelle mie canzoni. Tipo questa che ho portato al festival: sarei potuto venire senza chitarra, in smoking con la mano nella giacca come Iglesias. Ma, perché?

 

A proposito di dischi, come sarà il tuo disco? Che suono avrà?
"Sarà un po´ queste cose qui. Molto elettronico ma io uso l´elettronica per mischiare il jazz e il blues con il cantautorato italiano".

 

E uscirà sotto un´etichetta indipendente. Atto di coraggio e incosciente o di appropriazione di una propria entitàartistica?
"Un po´ tutte e due. Forse di più la seconda che hai detto. Però devi essere coraggioso e matto e, a volte, il confine è molto labile. In questo momento è l´unico modo in cui riesco a lavorare perché le case discografiche sono cambiate tanto negli ultimi anni. Io con quest´ultimo modus operandi delle case discografiche non riesco ad approcciarmi.

 

Da "La Vasca" a ora, cosa è cambiato?
"Beh, sono passati quindici anni. Ho i capelli bianchi e sempre di meno, ho le rughe però ho sempre voglia di suonare. Si va avanti, si sperimenta, si cresce. Cambiano le tematiche, cambia anche il modo di suonare. Quindici anni fa avevo i miei miti che sono rimasti sempre gli stessi, sì, ma nel frattempo ce ne ho degli altri. Sono curioso, mi piace la musica e ho bisogno di stimoli nuovi. Poi a me, in realtà, mi sembra tutto uguale. Però se sento "La Vasca" e sento le cose che faccio adesso c´è una bella differenza".



Ti ho fatto questa domanda perché, se non erro, "La Vasca" è stato il mio secondo disco acquistato dopo "...Squérez?" dei Lunapop. E proprio ne "La Vasca" c´è la (tua) mia canzone preferita: "Mamma e Papà". Ti volevo chiedere, a questo proposito: te ne vai ancora da solo "in macchina di notte con l´Europa da scoprire"?
"Si, certo. E mi piace un sacco. Tra i venti e i trent´anni ho vissuto ad Amsterdam, a Parigi, ad Anversa, un periodo ho avuto addirittura una ragazza a Monaco. Queste esperienze ti formano e a volte mi mancano. Mi manca quel livello di civiltà, quel livello di cultura, quel rapportarsi con le persone in un altro modo. Ad Amsterdam, ad esempio, ci vado sempre da solo perché lì ho un sacco di amici. Anche se ormai con Whatsapp, Facebook, Skype te vedi e te senti continuamente".

 

Mamma e Papà diceva anche qualcosa del tipo: (cantiamo insieme) "a far finta di star bene per non farvi preoccupare".
"Sì, quando lavori ma i soldi sono pochi va bene anche se dormi su una panchina della stazione per risparmiare i soldi di un albergo. E quando ci ripenso, io non ripenso alla gavetta. Mi sono sempre divertito. Quando dormivo sulle panchine di una stazione io non soffrivo, non ero un barbone, ero uno spirito libero, è diverso".

 

Ieri, serata cover. In conferenza stampa Carlo Conti ha detto che il pezzo che hai interpretato (Io mi fermo qui dei Dik Dik, ndr) non lo conoscevi e che te l´ha fatto ascoltare tua mamma? Com´è che andata precisamente?
"Quando ho saputo della cover, ho pensato: ´Cazzo, figo, faccio Jimi Hendrix!´ E Carlo mi ha detto: ´Mmm no, mi sa che non puoi´. E allora è venuto fuori il pezzo dei Dik Dik. Mia mamma, un giorno è venuta a trovarmi per portarmi da mangiare. Sai com´è, "mi madre pensa sempre che sto deperito". E quindi l´ho usata come cavia. Le ho detto: "Senti qua, mà!" Io ho iniziato a cantare e lei ha continuato con me. "La conosci"?, le ho chiesto. "Certo, la andavamo sempre a ballà da giovani".

 

Cosa ti aspetti da Un attimo importante?
"Mi aspetto di fare bella figura, tanta bella figura".

 

Raccontami, se ti va, un attimo importante della tua vita.
"Su questo sono fortunato, ho avuto tanti attimi importanti nella mia vita. Ne vuoi proprio uno? Qua, al Teatro Ariston, con Carlo Conti. Mi ha presentato sul palco e mi ha detto: ora si esibiscono, insieme, Ray Charles e Alex Britti. Ancora mi viene la pelle d´oca, guarda (mi fa vedere il suo braccio con i peli dritti). Questo è uno dei tanti attimi importanti della mia vita".

 
 

Matteo D´Amico

12 febbraio 2015

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