Cresciuti tra Nirvana e Gaber, i Kutso sono la personale piacevole scoperta di questo Sanremo. Un disco digeribilissimo e soprattutto credibile. “Bestie” strane nella scena musicale senza etichette e sovrastrutture. Sono loro, veri nel midollo. Sono loro quello che vedi sul palco. Sono loro quelli che parlano con il sorriso. Consapevoli e onesti. Questi sono i Kutso.
Cosa avete capito di Sanremo?
“Si mangia benissimo, c’è sempre il sole. Un bell’ambiente in ambito professionale e umano. Ci sentiamo a nostro agio, seppur siamo dei pesci fuor d’acqua in questo Festival”.
Siete gli outsider di questo festival, come la vivete la competizione?
“Noi non la viviamo per niente. Era già un traguardo portare questo gruppo a Sanremo con un nome come il nostro. Già un successo. Siamo passati alla seconda serata, per noi maggiore visibilità, quindi va tutto bene. La competizione non la sentiamo perché sappiamo di essere un pesce fuor d’acqua per cui non so quanto la nostra canzone possa rappresentare l’Italia”.
Pesce fuor d’acqua eppure avete un brano immediato, scanzonato, non avete mai pensato di dire stiamo esagerando? Il termine “Petting” in prima serata a Sanremo non si era mai sentito.
“Quando abbiamo iniziato a suonare, in molti ci hanno ripetuto che con questo nome non avremmo fatto nulla, le radio non ci avrebbero dato ascolto. Pensa siamo a Sanremo, usando la parola petting. Ad un certo momento della nostra carriera abbiamo capito che procedere con quello che siamo noi è la nostra dimensione giusta. Mai nessun ripensamento, proprio per questo. Non ci piace la volgarità fine a se stessa”.
Come vedete il post kermesse?
“Benissimo. Il 19 parte il nostro tour nelle Feltrinelli, marzo partirà il tour elettrico. Continuiamo ciò che facciamo da sempre come una botta di promozione incredibile. Va tutto bene, siamo già in classifica”.
Come descrivereste il vostro suono?
“Roboante, funambolico, inopportuno”.
Inopportuno perché?
“Guardaci, Siamo qua per rovinare il festival (ridendo ndr)”.
La gavetta ragazzi la spieghiamo?
“Siamo partiti nel 2006 con live, nel 2011 abbiamo pubblicato un Ep ed ora eccoci con il nostro album. Dal 2013 abbiamo fatto più di 200 concerti, abbiamo aperto ad artisti internazionali e di casa nostra, con Caparezza siamo volati a Sanremo. Non pensavamo Sanremo, però quest’opportunità è stata presa al volo. Il disco nasce prima, Musica per persone sensibili è più duro del precedente, parte ritmiche prepotenti e chitarre. Un disco libero da ogni schema”.
Elena Rebecca Odelli
12 febbraio 2015 |