Lorenzo Fragola all’alba del debutto dalla seconda serata della kermesse sanremese. Curiosità, cosa significhi avere un Home recording studio, l’ansia da prestazione, il disco che uscirà.
Come stiamo vivendo l’ansia da prestazione sanremese?
“Fortunatamente la sto vivendo bene, mi tengo le giornate occupate per cui non ci penso molto, il che è una cosa buona. Cerco di liberare la mente, arrivato l’attimo, ci sarà la tensione ma è giusto così”.
Hai gesti scaramantici?
“No, gesti no. Niente riti o portafortuna, ma sono molto scaramantico di mio. Cose che fanno parte della cultura italiana: il sale che si rovescia sulla tavola, l’ombrello aperto in un luogo chiuso, il passare sotto una scala”.
Niente scale oggi immagino.
“Tieni presente che se vedo un gatto nero scappo”.
Dentro l’Ariston non dovrebbero esserci sei fortunato. Cosa hai capito di Sanremo fino ad ora?
“Che tutti hanno gli occhi puntati. E’ un evento che in qualche modo entra di prepotenza nelle case degli italiani che uno lo segua o meno. Si sente l’aria del Festival in generale. Inoltre che è ricco di fermento, quindi un viavai di gente. E’ un mondo particolare che sto conoscendo”.
So tra l’altro che hai un home recording studio proprio qui a Sanremo.
“Ho chiesto se era possibile trasferire lo studio qui in hotel. Paradossalmente non contento dei tanti impegni me ne sono fatto carico di altri. Meglio così perché preferisco quando ho un momento libero scrivere o ascoltare e toccare gli arrangiamenti perché è quello il riposo, piuttosto che stare in camera a non far nulla e far passare il tempo”.
Seppur giovane scrivi e hai una buona penna che Lorenzo vuoi che esca e quali sono gli spunti da cui trai ispirazione?
“L’ispirazione è una domanda che mi faccio spesso: qual è il modo o il momento giusto per prendere ispirazione, trasformandolo in un testo. Continuo a scrivere e non mi sono ancora dato una risposta. Penso che dipende a volte l’ispirazione arriva da un evento, altre dall’immaginazione non è mai collegata a qualcosa di stabile. Vorrei che il Lorenzo che emerga sia quello senza sovrastrutture. Né in negativo né in positivo semplicemente la verità di chi sono. Quello che vorrei mostrare è ciò che sono senza girarci troppo intorno”.
La tua paura più grande?
“La mia paura più grande credo siano i serpenti, non so perché. L’ho visto da piccolo e sono scappato spaventato”.
Elena Rebecca Odelli
11 febbraio 2015
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