Giovanni Caccamo, classe 1990, è un cantautore siciliano (da Modica, per la precisione) in gara fra le Nuove Proposte di Sanremo 2015 (si esibirà domani sera col brano Ritornerò da te); con mentori come Franco Battiato e Caterina Caselli, è facile ritenere che sarà uno dei giovani che si faranno più valere all’Ariston. Inoltre, è fra gli autori (per la musica) del pezzo di Malika Ayane, Adesso e qui (Nostalgico presente).
Chiacchierandoci insieme, di lui colpiscono la serietà (“Un mio difetto? Sono un precisino”), l’intelligenza (è grafico e ha firmato la cover del suo album) e la passione per l’arte delle sette note.

Come ti sei avvicinato alla musica?
“Nella mia famiglia, i miei erano semplici fruitori di musica, ricordo il vinile di Phil Collins.
Il Coro dell’Antoniano è stata la mia prima famiglia televisiva, a 7 anni. Poi sono andato al Liceo, mentre studiavo canto e, una volta terminato, c’è stata la parentesi per Rai Gulp, dove ero conduttore di programmi per ragazzi, anche se il vero amore restava la musica. Coi soldi messi da parte con la tv ho investito sul mio album, che poi non è mai uscito. Ho cercato autori che scrivessero per me, e l’unico pezzo che avevo scritto, Chi sarò, è stato l’unico promosso dalla sola etichetta che era interessata. Ero a Milano, frequentavo Architettura al Politecnico, e mi sono fatto spedire da mia madre il pianoforte che ho iniziato a suonare tutte le notti, imparandone i segreti e la tecnica da autodidatta”.

E ora sei a Sanremo.
“Già. Sono felice e sereno, cerco di godermi ogni momento. Siamo addirittura in prima serata, non potrei chiedere di più. Conti ha fatto scelte molto intelligenti ed è assolutamente presente per noi”.

Quindi ti è andata meglio non essere selezionato lo scorso anno…
“Ho imparato a capire che ogni cosa ha il suo momento. Anche i no: se fossi entrato a X-Factor 5 anni fa non avrei iniziato a scrivere e non avrei conosciuto Battiato; se fossi entrato al Centro Sperimentale di Cinematrografia probabilmente non avrei fatto il cantautore. Ogni singola cosa, a cui non riusciamo dare una spiegazione sul momento, traccia un percorso preciso della nostra vita, di cui prendiamo consapevolezza solo successivamente”.




Com’è andata con Caterina Caselli?
“A 16 anni, quando sono arrivato a Milano, sono andato prima in Duomo e poi negli studi della Sugar. Ambivo a questa etichetta da anni. Quando poi, a gennaio dello scorso anno, mi hanno detto che avrei dovuto sostenere un provino lì, è stato il panico; sono arrivato lì senza voce, però è andata bene, è scattato subito qualcosa, anche a livello umano”.

Come presenteresti il tuo album “Qui per te”?
“Contiene tanti piccoli quadri che fanno parte della mia quotidianità. Qui per te è una dichiarazione d’amore che può essere letta in vari modi, anche nella ricerca di Dio. Ritornerò da te parla di un ideale rapporto con se stessi per sanare i rapporti con gli altri, che sono spesso superficiali. Piove narra uno stato d’animo, Satelliti nell’aria, il duetto con Battiato, è dedicato a mio padre, nel decennale della sua scomparsa; Mezze verità è dedicata invece a mia madre, con quelle bugie bianche dette per non far male agli altri. Questo disco è un viaggio che contiene tutti i miei colori”.

Com’è avvenuto l’incontro con Battiato, a Donnalucata?
“Due anni e mezzo fa ero in un momento non molto positivo, artisticamente parlando, dopo aver incontrato tanta indifferenza. Ho saputo che aveva affittato una casa a Donnalucata, a poca distanza da dove stavo io; mi sono appostato dietro un cespuglio per tre ore e gli ho dato il mio cd; mi ha guardato malissimo e non mi aspettavo mi ricontattasse, cosa che invece è avvenuta la sera stessa. Ne fui a dir poco lusingato per la sua fiducia”.

Non è stato l’unico a darti fiducia: penso al tuo produttore, Daniele Luppi che ha base a Los Angeles e che ha collaborato con artisti come John Legend e Norah Jones; o a Kennie Takahashi, alle prese col mix che ha lavorato all’ultimo degli U2…
“Infatti, sembra quasi di parlare di un’altra persona, non di me… Forse è bello anche non realizzare del tutto quello che mi è successo. Se a me è stato dato questo dono, comunicare con la musica, che siano 10 persone o 10 mila poco conta: mi fa stare bene, mi dà uno scopo”.

Mi ha incuriosito molto questo format-tour, “Live at home”, che ti ha portato ad esibirti ‘a domicilio’ nelle case della gente.
“Dopo le aperture del tour di Battiato ‘Apriti Sesamo’, mi è salita la voglia di proseguire a fare live. Non avevo né il pubblico né i soldi per fare un tour da solo; mi sono detto, mi serve solo un pianoforte e un salotto. Ho creato un contest online dove chiunque con un pianoforte poteva candidarsi. Ho suonato in 54 salotti in tutta Europa e Italia: Parigi, Berlino, Zurigo. Uno splendido modo per viaggiare e suonare; sono nate contaminazioni con arte, moda, oltre a incontri con persone meravigliose. Sicuramente replicherò, questo è il mio modo di vivere la musica, è uno scambio, fra artista e pubblico, che hanno la stessa importanza. Soprattutto per chi scrive”.


Andrea Grandi

11 febbraio 2015