Colpisce subito la determinazione che traspare da Carla Parlato, in arte Rakele, in gara fra le Nuove Proposte al Festival di Sanremo 2015. Napoletana, 20 anni il prossimo 20 luglio, presenterà il brano Io non lo so cos’è l’amore, ballad electro-pop dal respiro internazionale, firmata da Tony Bungaro, Cesare Chiodo (suoi produttori) e Giacomo Runco.
Come stai vivendo questa giostra chiamata Sanremo, anche se effettivamente per te deve ancora iniziare?
“Sono tranquilla, emozionata perché per me è tutto nuovo ma sono serena e ho tanta voglia di salire su quel palco, non mi spaventa, ho fatto le prove e mi piace quella particolare magia che ne esce”.
E come si sposa il tuo brano dal sound elettronico con l’orchestra?
“Benissimo! Inizialmente avevo un po’ di paura a portare all’Ariston un brano elettronico, invece spacca, con l’orchestra, il piano e i violini che si sposano benissimo con l’impianto elettronico”.
Tu hai sempre seguito il Festival? Ci sono brani ai quali ti senti legata?
“Sì, lo seguivo. Fra le canzoni a cui sono più legata, direi Quello che le donne non dicono di Fiorella Mannoia e Mentre tutto scorre dei Negramaro”.
Subito eliminati nei Giovani ma guarda cosa sono ora.
“Perché dietro avevano un progetto valido. Voglio sottolineare che oltre al brano sanremese ho un progetto discografico, con Tony Bungaro e Cesare Chiodo”.
Com’è avvenuto l’incontro con Tony?
“Circa un anno e mezzo fa decisi di partecipare a un suo stage di scrittura. Inizialmente non ero sicura di volerci andare, poi qualcosa è scattato in me e ci sono andata. Gli ho fatto sentire un po’ della mia musica, fra cui One day di Asaf Avidan ‘rakelizzata’ e ci ha trovato della personalità, sia musicale che caratteriale. Da lì abbiamo iniziato a collaborare a questo progetto e abbiamo deciso di tentare la strada del Festival”.
E a che punto è ora questo progetto musicale?
“L’abbiamo finito, anche se io non mi fermo mai, ho sempre voglia di migliorare, di sperimentare nuove cose. Non ci sono ancora tempistiche sull’uscita, valuteremo con calma più avanti”.
Dobbiamo aspettarci altri brani sul filone di quello sanremese, con imprinting elettronico?
“Il filone sarà sempre quello elettronico, l’obiettivo è far percepire un tipo di musica che si distacca dalla tradizione italiana e che guarda all’estero”.
Infatti il video l’hai girato ad Amsterdam.
“Sì, conferma il pensiero del progetto. È una città che ho adorato”.
Anche i tuoi ascolti confermeranno questa attitudine.
“Oltre ai Coldplay (dei quali ha tatuato sotto la nuca, il titolo di un loro brano, Fix You, nda), Lorde, mia coetanea, London Grammar, Daughter”.
So che ti sei cimentata anche come autrice.
“Sì, è normale trascorrendo del tempo con due autori di serie A come loro. Nel mio disco c’è un brano firmato per la musica da me. Non posso dire di essere una cantautrice, ma la strada diciamo che è quella”.
Studi musica da quando hai 9 anni.
“Già a 5 anni cantavo: entravo nei posti coi miei, tipo al ristorante, mi alzavo sulla sedie e cantavo..! Poi a 9 anni ho preso più consapevolezza e ho iniziato a studiare canto – anche lirico, per i primi 2 anni – presso un maestro del San Carlo. A 15 anni mi sono poi spostata a Roma, prendevo il treno da sola e facevo avanti e indietro”.
Tu sei sempre stata molto determinata: sapevi già quale sarebbe stata la tua strada, che ora ti ha portato qui.
“Sì, è per questo che sono così emozionata. Io non sono una persona che progetta, cerco di vivere al massimo ogni momento e a costruire le cose passo dopo passo, per creare basi solide”.
Davvero non sai cos’è l’amore?
“(ride, nda) Diciamo che qualcosa so… detta così sembra che sia del tutto sprovveduta… ho provato emozioni forti, ho vissute le mie storie, ma non so se è quello l’amore”.
Quindi il testo ti è stato cucito addosso?
“Assolutamente; è nata da una mia frase, mentre parlavo coi miei produttori. Parlando di amore, ho risposto che io non sapevo cosa fosse e da quella frase abbiamo costruito un pezzo con una verità”.
Da dove nasce il nome d’arte Rakele e c’è differenza con Carla?
“I miei genitori avrebbero voluto chiamarmi Rachele, nome che a me piace molto; tanto che io mi sono sempre presentata così, mi sono sempre sentita Rachele e l’ho utilizzato come nome artistico perché mi rappresentava. Anche se Rakele e Carla si specchiano fra di loro, è una proiezione, non sono due cose diverse… nessun Dr Jekyll e Mr Hyde!”.
Che clima c’è con i tuoi colleghi delle Nuove Proposte?
“Sono tutti molto carini, non c’è alcuna competizione fra di noi. Ognuno ha il proprio progetto, siamo giovani, condividiamo la stessa passione: la musica, che è unione, condivisione, non divisione”.
E questo Festival di Conti come ti sembra?
“Carlo ci ha dato un’occasione importantissima, poterci esibire subito in prima serata. È carino, entusiasta, preciso, ti coccola, è molto presente. Credo sia davvero un bellissimo Sanremo, anche nella scelta dei Big”.
Oltre a determinata, come descriveresti Rakele?
“Una pioggia di luce. Sono ipersensibile, sento sulla pelle ogni minima sfumatura; ma non è una sensibilità drammatica, ma luminosa; non sono introspettiva, ma in apertura”.
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