Riderò è la colonna sonora del film di Aldo, Giovanni e Giacomo (Il ricco, il povero e il maggiordomo) e la loro attitudine mi ha indubbiamente incuriosita. Ho telefonato ad Angelica Schiatti per capirci un po’ di più, e….Signori e Signore ecco a Voi i Santa Margaret.
Come nascono i Santa Margaret?
“I Santa Margaret nascono da me e Stefano Verderi (ex chitarrista delle Vibrazioni ndr.)che è anche il produttore della band. Stefano lo conoscevo da parecchi, aveva seguito la produzione del mio progetto da solista. Abbiamo iniziato a scrivere insieme e ci siamo trovati di fronte ad un metodo di composizione nuovo e che richiedeva una band. Abbiamo chiamato Ivo (Barbieri-basso), Leonardo (Angelicchio-tastiere) e Marco (Cucuzzella-batteria) . Avevo già suonato precedente, eravamo un gruppo già rodato, in qualche modo. Abbiamo iniziato a fare mesi e mesi di prove e concerti. I Santa Margaret posso dire che sono un gruppo con tanta gavetta e tanta affinità umana e artistica”.
Cos’è l’analogico?
“L’analogico è uno stile di vita. Abbiamo registrato in analogico perché volevamo che il progetto avesse quel timbro lì. Faccio sempre l’esempio della fotografia. Se fai una foto in pellicola ha una resa diversa rispetto al cellulare. Se pensi che i filtri di Instagram possono benissimo essere paragonati ai rullini. L’analogico nasce da un’esigenza, preferiamo la resa di quel timbro. L’ascolto del vinile è qualitativamente differente. Per chi fa una musica come la nostra, il suono migliore rimane su nastro”.
E’ una sorta di vendetta?
“Una vendetta dolce, lo chiamerei più ritorno. L’analogico, volente o nolente, sta tornando in auge e, in fondo, non è mai morto. Ha avuto un declassamento a causa del CD. Però, se guardi il mercato dei vinili è più piccolo ma in crescita, mentre quello del CD è in caduta libera. I file hanno superato il vinile, il quale vince invece sul CD”.
Come mai la scelta di dividere le uscite in due volumi?
“Sono due volumi ma, in realtà, è un’unica opera registrata nello stesso momento. La divisione nasce dal fatto che siamo emergenti e non volevamo entrare a gamba tesa nel mercato musicale italiano. Due Ep offrono più promozione e abbiamo deciso di dividere il progetto in due “.
Cosa mi dici di Vevo DSCVR?
“Vevo è un format che c’è già in Inghilterra, mentre in italia mancava. E’ uno spazio fantastico per un emergente . Avere visibilità live è difficile causa lo scarso numero di locali e di pubblico. Essere i primi per lancio italiano è stato divertente e il video ha un sapore internazionale”.
Ci sono tanti gruppi in Italia, ma sono pochi quelli che attecchiscono. Qual è il valore aggiunto dei Santa Margaret?
“E’ vero, ci sono tanti gruppi che hanno difficoltà ad emergere. Io apprezzo molto musica italiana. La difficoltà di arrivare a più gente possibile è dovuta a pochi spazi . Noi cerchiamo di unire due mondi. Siamo amanti della melodia italiana che uno può ricantare ma anche del blues e del rock. Proponiamo una sorta di crossover tra musica internazionale e italiana. Io ho sempre avuto difficoltà a trovare artisti che soddisfacevano la mia voglia di cantare e sentire dei suoni rock, abbiamo fatto una cover de “La musica è finita” di Bindi, nella versione più vicina al primo singolo di Robert Plant prima di far parte dei Led Zeppelin”.
Come mai avete optato per il Free download?
“Il Free download è stata l’alternativa, proprio perché non crediamo nel CD. Arriveremo a fare un CD per questioni di mercato ma, ora come ora, eravamo liberi di scegliere e abbiamo puntato su le due cose che possono essere il futuro: il vinile e il free download, appunto. Prima di far pagare un lavoro volevamo avere la fiducia delle persone che lo ascoltano”.
Come vi vedete tra dieci anni?
“Pensa che mi fecero la stessa domanda dieci anni fa, durante un’audizione andata male. Si sono messi a ridere, ma ti rispondo come risposi allora. Tra dieci anni ci vediamo con un disco sul mercato a prescindere da come andranno le cose, questo è ciò che vogliamo fare nella vita a prescindere che i dischi verranno venduti a tanti o pochi. A prescindere dal fatto che mi esibirò su un palco grande o piccolo, ma noi e io suoneremo ancora”.
Nell’epoca del compromesso che aleggia ovunque, voi come la pensate?
“Ad oggi abbiamo avuto veramente la fortuna - che non ha prezzo- di avere totale fiducia da parte della discografica, e una libertà totale. Non ci hanno imposto autori, produttori, testi, suoni. Per rispondere alla tua domanda, penso che dipenda a cosa serve il compromesso. Un po’come le bugie a fin di bene. Quello a cui sono e siamo contrari è vivere all’interno di un compromesso. Sono disposta ad ascoltare chi ha idee diverse dalle mie, ad accettare e provare a mettere in pratica qualche consiglio. Non bisogna essere troppo chiusi in se’ stessi”.
Allora i ragazzi di Milano quando e dove potranno vedervi live?
“Il 7 marzo Ohibò e aspettiamo tutti”.
Testo di Elena Rebecca Odelli
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