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 FIORELLA MANNOIA
FIORELLA MANNOIA LŽINTERPRETE, LŽAUTRICE, LA DONNA.  LŽARTISTA.
LŽINTERPRETE, LŽAUTRICE, LA DONNA. LŽARTISTA.

È l’interprete più accreditata nel nostro paese, e la poderosa e invidiabile lista dei featuring della sua nuova antologia, “Fiorella”, parla da sé: un inaspettato Adriano Celentano, Ligabue, Renato Zero, Franco Battiato, Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, Laura Pausini, Tiziano Ferro, Ivano Fossati, Cesare Cremonini, Claudio Baglioni, Pino Daniele, Enrico Ruggeri, Niccolò Fabi, Daniele Silvestri, Pau dei Negrita, Dori Ghezzi, Frankie HI NRG, Massimo Bubola.

Stiamo parlando di Fiorella Mannoia, ovviamente, che ha presentato questa raccolta alla stampa: due cd, 31 canzoni, più due bonus track, Sulo pe´ parla´ di Pino Daniele e Io che amo solo te, splendida cover di Sergio Endrigo, presenti nella versione digitale.
L’occasione sono i suoi splendidi 60 anni (“Il curioso caso di Benjamin Button” part 2?) compiuti lo scorso 4 aprile e una carriera iniziata sin da piccola, con la musica nelle vene, nelle corde vocali e nell’anima.

“L’idea di questo disco è nata dal mio compleanno; arrivata ai 60 mi son chiesta: ‘Ci caschi pure tu nell’antologia o ci salviamo? La faccio o non la faccio?’ Pensando su come farla e cosa inserirci, ho dovuto fare diversi passi indietro, andare indietro con gli anni, ripercorrere tutta la mia discografia, rendermi conto di quanti dischi avessi fatto. Riaprendo i cassetti, le scatole con le fotografie, mi sono accorto di quanto lavoro fatto, di quanti palchi calcati, quante tournée macinate. Alla fine, ho pensato che me lo meritassi. Come data di inizio della mia carriera, per convenzione, ho preso la partecipazione a Castrocaro del 1968 con Un bimbo sul leone, ma in realtà avevo iniziato molto prima, non ricordo nemmeno io quando”.

L’intenzione con cui si è approcciata a questo nuovo lavoro è ben descritta in una frase nel booklet: “60 anni... e ancora tanta strada da fare. Davanti a me ho... uno splendido passato”.
E anche di persona si schermisce, emozionandosi a ripensare il percorso che l’ha condotta fino a qui. “Sono una donna fortunata. Ho avuto molto di più di quanto io stessa avessi potuto immaginare quando cantavo Caffè nero bollente. Ho avuto le soddisfazioni più grandi e ho cantato con tutte le persone che ho ammirato nella mia vita”.

Ed ecco dunque “Fiorella”, il frutto di questa viaggio, diviso in due dischi.
“In un cd ho scelto una canzone rappresentativa per ogni album, con molta fatica. Due cd certo non erano sufficienti, ce ne volevano almeno 4. Così ho dovuto rinunciare a brani come Oh che sarà o I treni a vapore, che ho sempre tenuto nelle scalette dei miei concerti; ho cercato di trovare un equilibrio fra canzoni conosciute e altre che non cantavo da anni. Nel secondo disco, ho voluto rendere omaggio a tutti i colleghi che hanno attraverso la mia strada in questi anni, con brani che avevo già proposto live, con qualcuno anche insieme – come Cremonini, Frankie, Pino, Niccolò. Senza tutti loro oggi io non sarei qua. Io sono le canzoni che ho cantato. Così ho pensato che sarebbe stato bello se qualcuno degli autori originali avesse voluto parteciparvi; il feedback che ho avuto da tutti quelli a cui l’ho chiesto ha stupito in primis me. Ricevuto l’ok inatteso da Ligabue, mi sono spinta anche fino a Celentano, che stavo escludendo da sola, pensando in partenza a un no; non sapevo se mi seguiva, se mi apprezzava. E invece mi ha detto subito sì! Io ho iniziato cantando canzoni sue, a 13 anni, poi Castrocaro con Un bimbo sul leone; e il 45 giri successivo, Mi piace quel ragazzo lì, l’avevo dedicato proprio ad Adriano. Per ora ci siamo sentiti solo per telefono ma presto ci vedremo, voglio ringraziarlo personalmente”.

Due le rappresentanze femminili, Laura Pausini, nella canzone-manifesto Quello che le donne non dicono, e Dori Ghezzi, nell’intro in lingua nomade di Khorakhanè. “La mia vita è stata attraversata solo da cantautori maschi. Le collaborazioni femminili, come con Noemi, sono più recenti. Ho scelto Laura per l’amicizia che ci lega, da Amiche per l’Abruzzo; ci vediamo e sentiamo spesso, ho una grande ammirazione per lei; è tutto quello che io non riesco a fare, è una donna forte, determinata. Quello di Dori è stato un vero regalo, che mi ha maggiormente emozionata, sapendo che non canta più, che l’ultima volta che l’ha fatto è stata proprio su Khorakhanè e che non aveva mai accettato di partecipare vocalmente a nessuna iniziativa riguardante Fabrizio. La sua partecipazione è stata una vera benedizione e un grandissimo regalo, mi ha commosso, anche sentirla cantare in questa maniera straordinaria, con una voce più profonda e graffiante”.
Non poteva mancare un omaggio anche a Lucio Dalla, dopo “A te” dello scorso anno. “Il parco della luna è una delle canzoni che amo di più; l’avevo aggiunta in scaletta in occasione dei concerti all’Auditorium Conciliazione e che era stato inserito solo nella ristampa di ‘A te’”.

Naturale chiedersi se in questi anni ci sia stata una collaborazione voluta ma, per svariati motivi, non realizzata. “Non ho avuto la fortuna di collaborare con Fabrizio (De André), anche se lo conoscevo e ci siamo frequentati. Non c’è stato il tempo, però so che l’avrebbe fatto volentieri. Già questo per me è appagante, se penso a quanto lui ha significato nella mia vita. Ho corteggiato per molto tempo invece Paolo Conte ma non mi vuole! (ride, nda) Mi manda sempre messaggi carini ma non sono mai riuscita conquistarlo”.

Nel riprendere questi brani storici, la direzione voluta dagli arrangiatori Carlo Di Francesco e Davide Aru – a parte Pippo Caruso che ha lavorato su Giovanna D’Arco e Khorakhanè – è stata un’attualizzazione sonora (“Abbiamo ad esempio calcato la mano sul rock in Caffè nero bollente o sul country per Il cielo d’Irlanda”) ma rispettosa del sentimento e delle intenzioni originali.
L’unico inedito presente nell’antologia, Le parole perdute, scritto da lei è “molto più politico di quanto sembri. Apparentemente Amami amore mio sembra riferito a un partner, ma in realtà, di fondo, è rivolto a tutti noi, per ritrovarci e restare uniti, per sperare che questo brutto momento possa passare. Per me Le parole perdute sono tutte quelle che hanno perso valore, come onestà, rispetto, amore, partecipazione, e che dovremmo ritrovare nel significato più profondo. Occorre un atto di coraggio per farle rivivere, per non farci portar via i nostri sogni. Quante persone, proprio per le loro parole, hanno pagato con la vita?” 




Il presente è quindi anche da cantautrice ed è fatto da un nuovo disco di inediti in cantiere già avanzato. “Stiamo già da un po’ archiviando diverse canzoni, alcune scritte da me, una con Fossati, altre con Bungaro e Cesare Chiodo, una squadra ormai rodata. Quello che mi viene lo butto su un foglio, rendendolo più musicale possibile, rispettando rime e metrica e loro due lo mettono in musica; abbiamo ormai trovato una buona sintonia. Per una serie di circostanze, questo disco di inediti è stato rimandato diverse volte: prima per Lucio (Dalla, nda), poi per i miei 60 anni... Grazie a Dio, vengono una volta sola nella vita! (ride, nda)”.

Confrontarsi e cantare per anni canzoni dei più grandi autori italiani nella scrittura l’ha frenata, a suo dire, più di tutto, nel lanciarsi nel cantautorato. “Ho iniziato a scrivere tardi per pudore, avevo paura del confronto, di non essere all’altezza. Se prendo canzoni come Giovanna D’Arco – per me uno dei testi migliori mai scritti – o I treni a vapore penso che non arriverò mai a scrivere così. Mi ha sbloccato ‘Sud’, il mio primo disco di inediti scritti anche da me, a cui sono particolarmente legata e che forse amo di più perché, oltre che un viaggio musicale, è stato soprattutto un viaggio umano: entrare in contatto con culture e storie toccanti, come quella di Thomas Sankara, mi ha spinto definitivamente a volerle descrivere in prima persona”.

L’idea di presentare un disco interamente con la sua firma non lo esclude a priori “ma non voglio nemmeno peccare di presunzione. Spero di mantenere sempre la lucidità di capire cosa è valido e cosa non lo è. A me interessa solo che vengano scelte belle canzoni, il fatto che siano mie o di qualcun altro non è la discriminante”. Mentre la discriminante, per lei, è in primis il testo. “Non significa che non dia importanza alla musica, visto che stiamo evidentemente parlando di canzoni, ma una bella linea melodica può essere rovinata da un brutto testo, mentre un bel testo può valorizzare anche una musica mediocre. Sono particolarmente attenta al testo perché è solo grazie a questo che io so interpretare. Quello che canto mi deve rappresentare, coinvolgere ed emozionare, sempre. Mi definisco un’interprete, a metà strada fra attore e cantante, ho bisogno di identificarmi in quello che canto”.

Nel futuro, spera di continuare ad avere stimoli, anche dai giovani cantanti provenienti dal mondo talent, verso il quale Fiorella non ha mai dimostrato alcuna spocchia (leggasi Noemi all’inizio, poi Alessandra Amoroso, Chiara, Moreno e, più recentemente, Deborah Iurato). “Mi incuriosiscono, io insegno qualcosa a loro ma anche loro insegnano qualcosa a me, in un altro modo. Sono più competitivi, non possono permettersi di sbagliare, non hanno tempo di crescere; sembrano aggressivi ma perché devono essere così, la competizione è forte. Noi non siamo cresciuti così, qualcuno credeva in noi e investiva sul nostro lavoro. Sai quanti dischi ho fatto prima di arrivare? Ora chi investe più sui cantanti, ci perdono soldi e tempo? Le case discografiche sono in crisi, il mercato si riduce. Dove dovrebbero andare i giovani, se non ai talent? Quali altre strade hanno? Non li invidio”.
Non nasconde di aver pensato di fare lei stessa da produttrice. “Ci ho pensato la prima volta con Noemi, ma la mia etica mi ha portato a fare un passo indietro. Avendo lei la stessa mia intenzione, cosa avrei fatto se mi fosse arrivata una bella canzone? L’avrei data a lei? Ci sarebbe stato troppo conflitto di interessi, non sarebbe giusto ed etico. Se dovessi smettere, potrei anche farlo. Forse dovrei produrre un ragazzo, sarebbe diverso”.

Il futuro immediato ora è il live, la dimensione migliore per godere della musica e della voce di Fiorella: partirà infatti il 29 novembre da Cremona il tour “Fiorella Live”, che si preannuncia una grande festa: “Non voglio sia un’autocelebrazione. Mi piacerebbe fosse una festa all’insegna di belle canzoni e autoironia, uno spettacolo diviso in quattro parti in ordine cronologiche, con gli abiti che hanno caratterizzato queste quattro fasi della mia carriera”. Impossibile non pensare che non ci saranno ospiti a sorpresa. “Il mio palco è sempre aperto a tutti. Oggi non saprei dire che potrà venire, magari una festa finale, chissà”.

Invidiabile lo spirito e la voglia di divertirsi, intatti, se non aumentati, da quando di anni ne aveva 20. Ma ora c’è un’altra consapevolezza. “A 60 anni sono molto più serena, più leggera. Inizio a dare le priorità alla vita, senza arrabbiarmi più come prima per cose futili. La priorità è la salute, la tua e quella dei tuoi cari, a tutto il resto c’è rimedio. Con gli anni, non riesco più a tenere la lingua a freno, tutto quello che mi viene da dire, lo dico. La libertà di farlo, che è la cosa più preziosa che ho, me la danno tutte le persone che in questi anni sono sempre venute ai miei concerti, che riempivano i teatri, i palazzetti, i parcheggi, cose che mi stupiscono ancora come la prima volta. Per loro va il mio massimo rispetto e la mia più profonda gratitudine”.
E la libertà di dire quello che pensa vale anche (e soprattutto?) su temi sociali (è sempre in prima linea in difesa delle donne e recentemente tesimonial della campagna Amref contro la mortalità materna in Africa) e politici (la sua pagina Facebook è un dialogo proprio su questo con più di 610 mila seguaci). E infatti non glissa su domande di stretta attualità, come dove sarebbe andata sabato scorso, se in piazza San Giovanni alla Leopolda. “Sicuramente non alla Leopolda. Sarei andata in piazza San Giovanni con la Fiom, con Landini. È una di quelle poche persone coerenti, con la vita e con se stesso, le cui parole hanno un peso. È credibile, di lui mi fido”.
Anche su cosa le dia più fastidio in assoluto, non ha dubbi: “La disonestà. Questo non è un paese in crisi, è un paese corrotto, dalle basi alle alte sfere. Viviamo in maniera corrotta, scambiamo il diritto per il favore. Questa è la tragedia di questo paese. Finché non ci sarà qualcuno che vorrà fare una legge anticorruzione seria, preferisco non votare. Sono stanca di chiacchiere e distintivo – anzi, ora non c’è più nemmeno il distintivo”.

Alla fine, dietro questa fierezza, vedi la donna che ha trovato un modo di alleggerire le sue paure e le sue insicurezze quando guarda le numerose foto presenti nel booklet che ripercorrono la sua carriera (e il suo percorso umano), con un sorriso sincero e senza nostalgia, anche quelle in bianco e nero in cui compare, bambina, su un palco, a braccia aperte, già rapita dalle note, e dichiara: “Il destino. Non avrei potuto fare altro”.
E ascoltando questa raccolta, così come tutta la sua discografia, non ci si sente proprio di darle torto.



Queste il calendario di Fiorella Live: 
NOVEMBRE 29 Cremona (Teatro Ponchielli), 30 Bologna (Europauditorium); 
DICEMBRE 1 Verona (Teatro Filarmonico), 3 Lucca (Teatro del Giglio), 5 Milano (Teatro degli Arcimboldi), 9 Napoli (Teatro Augusteo), 11 Ancona (Teatro delle Muse), 13 Cesena (Nuovo Teatro Carisport), 15 Brescia (Teatro Pala Banco), 16 Bergamo (Teatro Creberg), 19 Torino (Auditorium del Lingotto), 27 Roma (Auditorium Parco della Musica), 28 Roma(Auditorium Parco della Musica).



TRACKLIST “FIORELLA”:

CD 1
1. Le parole perdute (primo singolo)
2. Pescatore
3. Caffè nero bollente
4. Come si cambia
5. Quello che le donne non dicono (con Laura Pausini)
6. Le notti di maggio
7. La giostra della memoria (con Enrico Ruggeri)
8. Il cielo d’irlanda (con Massimo Bubola)
9. Il fiume e la nebbia (con Daniele Silvestri)
10. L’amore con l’amore si paga
11. Sally
12. Fragile
13. Giovanna d’Arco
14. Io posso dire la mia sugli uomini
15. Io non ho paura
16. In viaggio 

CD 2
1. Un bimbo sul Leone (con Adriano Celentano)
2. Amore bello (con Claudio Baglioni)
3. Boogie (con Frankie hi-nrg mc)
4. La stagione dell’amore (con Franco Battiato)
5. Khorakhanè (con Dori Ghezzi)
6. La paura non esiste (con Tiziano Ferro)
7. Metti in circolo il tuo amore (con Ligabue)
8. Cercami (con Renato Zero)
9. Senza ‘e te (con Pino Daniele)
10. C’è tempo (con Ivano Fossati)
11. Mimosa (con Niccolò Fabi)
12. Ho imparato a sognare (con Pau dei Negrita)
13. Estate (con Giuliano Sangiorgi dei Negramaro)
14. Le tue parole fanno male (con Cesare Cremonini)
15. Il parco della luna (brano di Lucio Dalla) 



Andrea Grandi

28 ottobre 2014
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