Da un lato l’argentino Eduardo Makaroff e lo svizzero Christoph H. Müller, due pilastri dei Gotan Project alla ricerca di brani originali capaci di stabilire un ponte tra il tango e la pop music; dall’altro Catherine Ringer, una delle più grandi voci francesi che è riuscita a costruirsi una carriera solista dopo 30 anni trascorsi nei Les Rita Mitsouko, band che ha segnato la storia del rock francese. Un viaggio in prima classe verso Buenos Aires nel solo spazio temporale di un album che prende in prestito tanto dal tango, ma che mantiene lo spirito e l´animo del rock.
Plaza Francia sembra essere un nome connesso a un posto in Buenos Aires.
“È corretto. È una bellissima piazza in Buenos Aires e c’è un enorme monumento francese. I francesi hanno avuto una notevole influenza nella repubblica argentina. È un posto fantastico popolato da turisti, un posto di musica con viandanti che si fermano a suonare, è un posto storico e per tutte questi motivi è un posto simbolico per noi. Siamo francesi, abbiamo lavorato a lungo in Francia e fuori, stiamo sperimentando musica connessa al tango argentino per cui è un posto che sicuramente ci rappresenta”.
Qual è stato il problema più grande che avete dovuto affrontare nell’approcciarvi a questo nuovo stile musicale, il “tango cancion”?
“Non c’è stato un vero e proprio problema. Concepiamo la musica come occasione di sperimentare. Rientrano nel Tango Cancion le canzoni pop del Sud America, abbiamo provato a sperimentare. È come essere in un laboratorio per certi aspetti, per altri è come se avessi una pozione magica per cui alcune canzoni escono immediatamente e altre implicano una maggior analisi”.
Parlate di “sperimentazione” ed è ciò a cui ho pensato ascoltando per la prima volta “A New Tango Song Book”, in cui vi ho trovato molte connessioni: dai Beatles in “El Avion” ma anche il folk-bolero.
“Ciò che ci ha permesso di porre sotto un unico album stili così differenti è proprio il tipo di musica che stiamo proponendo. Il tango ha sicuramente un’origine molto simile al jazz, ci sono molte ‘regole’ simili che governano il tango, il jazz, il rock, e la musica di matrice africana. Puoi trovare influenze europee come i Beatles, puoi provare a trovare connessioni anche storiche che hanno comunque valore quando si tratta di musica tango”.
Con “La mano encima” avete toccato la violenza sulle donne.
“L’idea di questa canzone nasce proprio in contrapposizione al tango stesso che è fondato sul ‘machismo’, se vogliamo dare un nome a quella tendenza. Abbiamo voluto che tutte le canzoni avessero la prospettiva delle donne, sono interpretate infatti da una donna. Poteva essere un problema perché discostante dall’idea base del tango dove è l’uomo che trascina o guida la donna. Volevamo porre un equilibrio e mostrare che questa parità fosse possibile”.
Nel progetto Plaza Francia sono convolati i Gotan Project e Chaterine. Come siete riusciti a mixarvi?
“Siamo connessi dalle canzoni. Catherine e Les Rita Mitsouko sono una delle migliori band francesi. La connessione è che volevamo uscire dall’universo rock per abbracciare appunto un nuovo mondo, la musica tango. È una connessione strana ma neanche tanto”.
Nel 1914 Filippo Tommaso Marinetti disse che la musica di provenienza argentina sarebbe diventata la musica più popolare al mondo.
“Era un visionario. È interessante, perché il tango ha toccato varie parti del mondo in differenti tempi. Il tango e la musica latinoamericana ha visto il suo boom negli anni quaranta e continua a essere una musica popolare e viva, non solo in Argentina, ma ovunque. In ogni parte del mondo è diventata una musica che viene imparata e ballata”.
Elena Rebecca Odelli
8 settembre 2014 |