Dopo due Ep usciti nell’ultimo anno e mezzo, “Birthday” e “High Come Down”, i Junior Boys, trio canadese dedito alla musica elettronica-sperimentale con una certa passione per il revival anni ottanta, escono con il loro primo album, “Last Exit”.
“Last Exit” è un album che ripercorre la scena musicale degli anni ottanta in ambito elettronico, ma che comunque svaria anche fra più generi, perdendosi in malinconiche melodie pop, fino a toccare sonorità più dure che non si allontanano di molto da quelle industrial. Purtroppo l’album risulta essere ripetitivo, e se l’abilità dei musicisti non è da mettere in discussione, bravi in quello che fanno, semmai c’è da prendere in considerazione la loro poca originalità nel produrre, creare musica. Questo rende le canzoni dell’album troppo simili tra loro, e per chi ascolta questo si trasforma in noia, fino quasi ad arrivare al fastidio. “More Than Real” è la prima traccia e nel loop che si ripete per più di cinque minuti si può tovare qualche spunto interessante, purtroppo ripeterlo così a lungo perde il suo valore. “Last Exit”, canzone omonima all’album, è molto simile alla prima traccia e il discorso fatto prima per quella è quindi ancora valido, così per tutte le canzoni dell’album.
Unica eccezione “Bellona”, che presenta un buon sound (anche se l’inizio sembra “preso in prestito dalle Chicks On Speed) e che è sicuramente uno fra i pezzi meglio riusciti del disco.
Il revival degli anni ottanta trova con i Junior Boys altri ammiratori, che sfruttano questa tendenza coniugandola alla musica elettronica. Musica elettronica che ha subito un profondo cambiamento negli ultimi anni, dovuto alla visione e all’arte di artisti come Chemical Brothers e Fat Boy Slim, diventando da passione e piacere per pochi eletti, che frequentavano club, locali o manifestazioni, a costume musicale presente nel quotidiano. Se questa deve essere l’evoluzione naturale della musica, ben venga, ma che almeno il prodotto presentato raggiunga standard musicali più alti di questo “Last Exit”.
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