Già le premesse non lasciano presagire molto di buono: può una ragazza di 13 anni che risponde al nome di JoJo scrivere di amore, delusioni, orgoglio e passione? Saremo cinici, ma la risposta impone la bocca storta. Ok, ma diamole una possibilità. Del resto, “Leave (Get Out)” è una canzone orecchiabilissima e tutto sommato carina, che potrebbe anche far venir voglia di dare un orecchio al suo album. Errore. “JoJo” è un album lunghissimo. 14 tracce che potrebbero fare da sottofondo agli incontri romantici col vostro lui o la vostra lei, ma vi sfidiamo a durare quanto il cd. Sembra il loop sempre dello stesso pezzo, invece ne scorrono 14. R&b facile facile, che però pecca un po’ di presunzione.
Odora di Christina Aguilera per la voce che, ammettiamolo, è bella, però le manca nettamente il carisma. Richiama Beyonce per il sapore di soul, però in JoJo c’è totale assenza di quella patina glamour che si gusta in “Dangerously In Love”. Potrebbe sembrare Ashlee Simpson, ma manca della sua freschezza e giovinezza (paradossale, ma è così). Insomma, “JoJo” è un disco in cui è difficile trovare difetti di tecnica, ma in cui qualcosa non funziona del tutto.
Prendiamo “Breezy”, la canzone più trascinante dell’album; troppo pretenziosa, troppo gorgheggiata, si sente che è tirata, e questo infastidisce non poco. Stesso discorso per “City Lights”, dove l’intro modulata scoraggerebbe chiunque; chi riesce ad andare avanti, non si illuda: tale e quale. O “Never Say Goodbye”; una ballata che potrebbe anche far sospirare qualche innamorato, però non convince. “Sunshine” è un bel campionario di estensione vocale, ma dov’è il sentimento?
Di “JoJo” salviamo sicuro la stranota “Leave (Get Out)”, ma anche “Yes Or No”: una base che prende, fa schioccare le dita, piace perché è immediata e spontanea.
Per fortuna JoJo è giovanissima, e di tempo per maturare e trovare una propria strada ne ha tanto davanti!
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