“Larger Than Life” si apre, dopo un intro, con “Sweet Demise”, ballata soffice dai lunghi suoni languidi di chitarra alla Pink Floyd, radice propria del chitarrista che si sente lungo l’album.
Il pezzo, come gran parte dell’album ci riporta agli anni ’80, agli inizi, con quel bel rockettone (niente wave modaiola, come ai giorni nostri), alla Alan Parsons Project e affini.
La struttura, dalla voce morbida e dolce, dalle lunghe note di chitarra, si ripete anche per “Show Me Your Love”, struggente, anche per “Flash” e “Marvin”, romanticissima.
Il ritmo non è però omogeneo per tutto l’album, anzi subisce alcune accelerazioni, grazie agli inserti di cattiveria sonora, in particolare nelle chitarre.
Così “Battlefield”, con una batteria galoppante e un bel muro ritmico di chitarre si impone con decisione.
“As It Seems”, raccoglie meglio nel presente l’ispirazione, con suoni che partono dal grunge e finiscono ai giorni nostri, , come del resto “Next”.
Con “U-Turn”, orecchiabilissima quasi scontata, forse i Silv3rman eccedono con i suoni ’80.
“For A Change” esce invece dalla logica del resto del CD, riconoscente invece per l’uso delle parole e della voce a Bob Dylan.
Questi musicisti sapienti hanno composto un bel cd, che scorre e neanche te ne accorgi, anche se a tratti, nella eccessiva cura e definizione di suono e di riferimenti anni 80, si perde un po’ di personalità.
“Larger Than Life” ha una bella logica rock, che sembra ormai persa, quella della cura dei particolari in funzione della ricerca di emozioni da trasmettere. |