Ecco finalmente riaffiorare dai ghiacci della gelida Islanda Bjork, ‘folletto’ della musica contemporanea, ricco di talento e acume, che ancora una volta ha manifestato la sua idiosincrasia ai tradizionali schemi. La cantante torna con un nuovo progetto intitolato “Medulla”, un set impegnativo, un distillato pregiato delle visioni sonore di Miss Gudmundsdottir, la ‘scatola magica dei suoni’ dell’eclettica cantante. “Medulla” è una creatura ostica, da assimilare a piccole dosi , complicata nella sua evoluzione. Un caledoscopio di sonorità, un quadro variopinto affrescato dalla malleabilità della sua voce. Un’apertura dell'interazione con le persone, di tutti quei micro-momenti di vita reale finora ignorati. Dissonanze, parti vocali, l’utilizzo di strumenti non convenzionali, questo in sintesi il succo dell’ intelaiatura di “Medulla”. Un disco da amare o da odiare, che mostra l’estremo coraggio di un’artista affermata a livello planetario che non teme il confronto con sfide azzardate. Un percorso emozionale ed evolutivo che prosegue nel lavoro finora portato avanti da Bjork nei suoi precedenti lavori.
Sveliamo alcuni dettagli per scoprire come è stato concepito e realizzato questo CD: registrato in 18 location diverse (fra cui New York, l'Islanda, Venezia e le isole Canarie), vede la collaborazione fra Bjork e un team di alchimisti della musica, tra cui Mark Bell, Mark 'Spike' Stent e Valgeir Sigurdsson, l'ex-Faith No More, Mike Patton, Robert Wyatt, il rapper dei Roots, Rahzel, lo sperimentatore nipponico Dokaka e la cantante contemporanea Tanya Tagaq Gillis. Terminato l’elenco dei particolari tecnici, spazio alla musica con la ‘M’ maiuscola. “Pleasure Is All Mine” sonorità mistiche per la traccia che apre la nuova opera di Bjork; raccolta, a cappella e alimentata dall’altalenante voce della cantante nordica la successiva “Show Me Forgiveness”. Un imponente coro guida attraverso le anse sonore di “Vokuro”, che anticipa la disarmonica e clautrofobica “Oll Birtan”. C’è spazio anche per i tenui voli pindarici vocali di “Submarine” e le rifiniture sonore delle idilliache e sospese atmosfere di “Oceania” (primo singolo tratto dal disco presentato in anteprima durante le cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici di Atene 2004). Ed ecco apparire per incanto nell’allucinata “Ancestors” lo spettro di un pianoforte, prima di spegnere la ‘macchina dei sogni estemporanei ’ personale di Bjork con i ritmi elettronici di “Triumph Of A Heart”. Esotismo e grazia sublime, un lavoro minuzioso e a livello celebrare assai seducente ….Ennesima prova lungimirante che pone Bjork tra gli artisti più quotati del nostro tempo, una ricercatrice della ‘musica’, avida di suoni e abile architetto delle sonorità.
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