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THE CURE |
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THE CURE |
L’unica cura possibile è quella di continuare a fare musica. Forse proprio di questo, da ormai venticinque anni Robert Smith, Simon Gallup e soci, sembrano avere disperatamente bisogno per combattere la disintegrazione. Fare musica come placebo per guarire dal disagio di vivere e dall’alienazione. Proprio seguendo questa linea nasce The Cure, il primo album omonimo della band. Album che vede la band inglese trovarsi di fronte l’ennesima sfida. Questa volta la formazione si è affidata alla produzione e alle cure di Ross Robinson, nome strano in coppia con i Cure, in quanto più affine a lavorare con band nu metal …vedi Korn, Limp Bizkit e Slipknot.
Il risultato è questo “The Cure”, un album ruvido, inquieto, a tratti nervoso e a tratti passionale.
Robert Smith è in piena forma, sia lirica che compositiva e riesce ancora una volta a forgiare atmosfere uniche, ricche ed intense di emozioni e pulsioni d’animo. Undici canzoni crepuscolari, che portano i Cure a riproporre i fasti decadenti dei tempi di “Disintegration” o ancora più indietro fino a “Pornography”. Brani fantastici come la morbida disperazione e malinconia di ’"Before Three" (la mia preferita) o l’ossessione senza speranza di "Lost" (indicativo e disarmante è il ritornello … I Can’t Find Myself..) e ancora la forse più solare musicalmente parlando di tutto l’album "I Don't Know What's Going) On . . ." la dicono tutta sulle ancora vive e intense potenzialità della band.
In “The Cure” grande attenzione è prestata al taglio sonoro delle chitarre. La mano e le indicazioni di Robinson sono ben presenti anche se in momenti come in “Us or Them” si spingono un po’ troppo al di fuori dell’universo dark rischiando di splafonare nell’industriale più cupo e dannato. Per finire c’è spazio anche per reminiscenze degli esordi post punk come quelli della spirale sonora di “Labyrinth” per il pop scuro di “ Taking Off” e per la piece conclusiva, infinita (oltre dieci minuti) ed onirica di “The Promise".
Un ultima parola sul singolo “ The End of The World” forse il brano che meno mi piace dell’intero cd, ricerca ciccata di un brano che racchiuda radiofonicità e oscurità, forse era meglio un brano come “Alt. End” avrebbe funzionato sicuramente meglio!!!
Nella loro discografia i Cure hanno fatto album notevolmente migliori, ma anche album decisamente peggiori di questo. Una via di mezzo. Un disco di transazione, ricco di buoni spunti, segno dell’infinito estro creativi di Smith e dimostrazione che i Cure non finiranno mai !!!
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Voto: 8 |
Casa Discografica: Geffen |
Sito Internet: www.thecure.com |
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Matteo Vaghi |
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28/06/2004 |
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TRACKLIST |
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01. Lost 02. Labyrinth 03. Before Three 04. End of the World 05. Anniversary 06. Us or Them 07. Alt. End 08. I Don't Know What's Going On 09. Taking Off 10. Never 11. Promise
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DISCOGRAFIA |
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1979 Three Imaginary Boys 1980 Boys Don't Cry 1980 Seventeen Seconds A 1981 Faith 1982 Pornography 1984 The Top 1985 The Head on the Door 1987 Kiss Me, Kiss Me, Kiss Me 1989 Disintegration 1990 Integration 1992 Wish 1996 Wild Mood Swings 1997 Gallor 2000 Bloodflowers 2004 The Cure |
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