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THE STREETS |
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A GRAND DON’T COME FOR FREE |
The Streets sono una creazione di Mike Skinner, un giovane Mc di Londra, e il loro argomento preferito è (non è difficile intuirlo) la strada. Non è la stessa strada dei rapper New Yorkesi, quella piena di criminali e sparatorie, ma piuttosto un semplice marciapiede tranquillo di una metropoli qualunque. Nel 2002 il loro primo album “Original Pirate Material” si è fatto notare, sia per l’onestà artistica, sia per quel hip-hop ibrido mischiato al garage che conteneva. Ora i The Streets sono tornati con un nuovo concept album, di cui Mike Skinner è il protagonista, con le sue avventure; un album che potrebbe benissimo essere un film. Ma riuscirà a replicare il successo del primo album?
Innanzitutto bisogna fare una premessa: “A Grand Don’t Come For Free” è un album quasi interamente incentrato sui testi e la musica serve solo a dare atmosfera ai racconti di Mike. Senza una buon grado di comprensione della lingua inglese, non troverete nulla in quest’album di particolarmente entusiasmante. Tutti le undici canzoni sono costruite con un semplice groove di batteria, un synth e una scarna melodia che faccia da ritornello: unica eccezione il primo singolo “Fit But You Know It” che ha anche una chitarra.
L’album inizia con Mike che si sveglia più presto del solito per fare delle commissioni: ma non riesce a portarne a termine neanche una e si accorge di avere perso 1.000 sterline (a Londra un “Grand”). Mike è quasi sicuro che è stato uno dei suoi amici. La storia si evolve, passando per varie presenze femminili, ubriacate, problemi con il telefonino e problemi con il televisore: Mike Skinner parla della quotidianità, della vita di tutti i giorni e lo fa in modo così semplice e onesto da essere disarmante a volte. A volte è solo banale. In “A Grand Don’t Come For Free” ci sono varie perle: “Blinded By The Lights” è il sequel hip-hop di “Born Slippy” degli Underworld e “Dry Your Eyes” è il momento più melodico di tutto l’album. Il primo singolo “Fit But You Know It” è invece un po’ deludente: il testo riprende l’idea delle vacanze a Ibiza da playboy di “Boys & Girls” e scopiazza il riff da “Parklife”, entrambi dei Blur (che fra l’altro dice di odiare); ma non c’è né l’appiglio melodico del primo, né l’energia del secondo. Nonostante sia molto blasonato dalla stampa inglese, “Fit But You Know It” non farà breccia nel nostro mercato e forse non replicherà neanche il successo di “Let’s Push Things Forwards” oltremanica.
In definitiva “A Grand Don’t Come For Free” è un album, divertente e intelligente al primo ascolto, ma già dopo due o tre diventa abbastanza noioso. Troppe parole e poca musica.
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Voto: 6 |
Casa Discografica: Wmi |
Sito Internet: www.the-streets.co.uk |
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Oliver Dawson |
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19/05/2004 |
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TRACKLIST |
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01. It Was Supposed to be so Easy
02. Could Well Be In
03. Not Addicted
04. Blinded By The Light
05. I Wouldn't Have It Any Other Way
06. Get Out of My House
07. Fit But You Know It
08. Such A Twat
09. What is he Thinking
10. Dry Your Eyes
11. Empty Cans
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DISCOGRAFIA |
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2002 Original Pirate Material 2004 A Grand Don't Come for Free |
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