L’album dei Verdena “Il suicidio Dei Samurai” ci investe con tutta la sua potenza fin dal primo ascolto. I pezzi suonati come tradizione “grunge” vuole, sono ossessivi e la ritmica della batteria sembra diventare sempre più incombente durante lo scorrere di ogni pezzo.
Mentre un sentimento di “disperazione” (un po’ forte come termine, ma adeguato) ci assale inconsapevolmente, la voce del cantante, Alberto, urla come a volersi liberare dei propri limiti.
I testi, psicadelici e dalle visioni allucinatorie, hanno come parola ricorrente “niente”, utile alla descrizione dello stato d’animo dominante in questo mondo.
L’album arriva al punto: dà la sensazione che i ragazzi abbiano ottenuto quello che stavano cercando musicalmente. Il suono Verdena infatti, già paragonato a “mostri sacri” del nostro tempo (Nirvana, Radiohead…) ha forse raggiunto la sua definizione compiuta, sarà forse dovuto all’autoproduzione e all’apporto del nuovo membro, Fidel?
Nonostante i pezzi di potenza, “Elefante”e “Farfisa” ad esempio, siano di spessore e non banali, le parti migliori, con le idee e gli arrangiamenti più originali, avvengono nei pezzi più melodici, notevole è a tal proposito “40 Secondi Di Niente”.
"Luna", il singolo, rimane uno dei pezzi più incisivi, ma a nessuno degl’11 pezzi manca di personalità propria.
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