Ancora una volta nello spazio, in un ambiente distaccato, sintetico, chimico e comunque vivo, caldo e seducente. Ancora una volta Air. Con il suo 3° disco il duo francese (esclusa la colonna sonora del film Le Vergini Suicide e la raccolta “Premiere Symptomes”) mette a tacere le malelingue che credevano che avessero perso lo smalto dei tempi migliori e regalano agli innumerevoli fans dell’elettronica-pop quello che probabilmente è il loro lavoro migliore, ovvero “Walkie Talkie”.
Coadiuvati dal mago della produzione Nigel Godrich (Radiohead, Beck, Travis e tanti altri), ma lo stimato produttore ha raggiunto i due solo in fase di chiusura dei lavori, gli Air hanno deciso per la prima volta di fare tutto da soli e di non utilizzare guest vocali (di solito sono solo donne), sostituendole con la loro voce che raggiunge tonalità incredibilmente femminili, tanto da risultare quasi aliene, ma di un fascino incredibile.
“Walkie Talkie” è un disco che non ha l’immediatezza di “Moon Safari”, ma possiede lo stesso appeal di curiosità ed intensità. Nato, stando a quello che i due raccontano in una notte in un club newyorkese, il disco sviluppa atmosfere impalpabili, psichedeliche e sognanti che riportano tanto alla tradizione elettronica francese quanto agli anni ’70 che gli Air con il precedente “10.000 Hz Legend” avevano dimostrato di amare.
E’ un disco da ascoltare con attenzione questo “Walkie Talkie”, un lavoro completo che trasporta, rapisce, culla e tormenta l’animo portandolo in luoghi dove la gravità sparisce e si comincia a lievitare attraverso melodie che portano a chiudere gli occhi ed immaginarsi per aria, in un volo sopra nuvole candide alternate a cielo blu.
Romantici, sospesi, incontaminati e contaminanti, gli Air si confermano come il gruppo più futuribile, colto e a suo modo bizzarramente normale del panorama europeo; dei mostri matematici di cui ti innamori e a cui non puoi dire mai di no. Eccellenti.
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