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ROBERT PLANT |
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DREAMLAND |
“Dreamland” la terra del sogno di Robert Plant è targata anni sessanta. L’ex leader dei led Zeppelin con questo nuovo lavoro fa rivivere l’anima pura, onesta degli anni sessanta. Non un disco di ripiego , ma un album forte e ruggente, forse il più bello mai realizzato da Plant dopo la caduta degli Zeppelin. Otto cover su dieci brani, un’operazione nostalgica, ma allo stesso tempo -come lui stesso ha rivelato recentemente di passaggio a Milano- una terapia per ritrovare la voglia di comporre, lui che si sentiva parte non integrante dell’attuale sistema musicale, meno diretto , costruito a tavolino , legato troppo al business e staccato dai sentimenti veri.
Dreamland è un titolo felice, che spiega bene l'atmosfera del disco: sogni febbrili, piccoli abbagli psichedelici sul solido ceppo della ballata folk o della canzone rock blues. Plant canta con voce più controllata e meno irruente. Nonostante ciò,con questi modi non esuberanti sa conquistare anche grazie al sostengo di una nuova band, gli Strange Currencies, che ha nel chitarrista Porl Thompson (ex Cure) l'eccellente leader. Non c'è soluzione di continuità fra cover e canzoni nuove (Last Time I Saw Her, Red Dress), tutto è immerso nell'elettrica aria psichedelica ; e se certe sfide sono impossibili anche per un maestro come Plant (il Tim Buckley di “Song To The Siren” resta irraggiungibile), in altri casi il lavoro di lettura e rielaborazione è notevole. Bella “Darkness Darkness”, dal repertorio degli Youngboods, e suggestiva la tradizionale “Morning Dew”, che i Grateful Dead avevano ripreso sul loro album d'esordio e Jeff Beck inciso ai tempi di Truth. Il pezzo forte è “Hey Joe”; una riscrittura forte e coraggiosa. Un lavoro congeniale per chi ha vissuto da protagonista quell’epoca, capace di regalare momenti indelebili e sempre legato , nonostante i 40 anni che sono trascorsi, ad uno stile in grado di trasmettere sensazioni, emozioni e sentimenti puri.
Una reinterpretazione di brani appartenuti a leggende, che Plant ha saputo rivalutare, presentare con onestà e quell’anima che ha sempre contraddistinto l’ex Zeppelin. Qualche rammarico arriva dalle due tracce inedite “Last Time I Saw Her”e “Red Dress” , che non reggono a pieno il confronto con veri e propri capolavori musicali, ma segnano il ritorno di Plant alla composizione.
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Voto: 8 |
Casa Discografica: Mercury/Universal |
Sito Internet: www.robertplant.com |
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C.Balzarotti |
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25/07/2002 |
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TRACKLIST |
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01. Funny in My Mind (I Believe I'm Fixin' to... )
02. Morning Dew 03. One More Cup of Coffee 04. Last Time I Saw Her 05. Song to the Siren 06. Win My Train Fare Home (If I Ever Get... )
07. Darkness, Darkness 08. Red Dress 09. Hey Joe 10. Skip's Song
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DISCOGRAFIA |
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1982 Pictures at Eleven 1983 Principle of Moments 1985 Shaken 'N' Stirred 1988 Now & Zen 1990 Manic Nirvana 1993 Fate of Nations 2002 Dreamland |
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