Il team vincente non si cambia. I Red Hot Chili Peppers hanno adottato questa semplice formula, riconfermando il binomio Rick Rubin (produttore) e i 4 ‘peperoncini piccanti’ californiani: risultato un lavoro eccellente che s’intitola "By The Way" , l’atteso follow-up del plurimilionario , in termini di vendite, "Californication".
Un album che, dichiaratamente, approfondisce la dimensione melodica del precedente e tralascia la carica funk-punk-rap degli esordi.
Sedici brani che ricordano, in alcuni passaggi, i loro primi dischi ,con l'aggiunta di atmosfere anni '60, ottimi riffs e il solito basso di Flea.
Un disco insanente melodico, anticipato dal singolo "By The Way" un brano esplosivo, in linea con la musica che i Red Hot Chili Peppers hanno divulgato con successo in questi vent’anni di carriera.
Dopo due decadi la voglia di esplorare , creare, trovare nuova energia non manca assolutamente ai 4 ragazzi, ormai quarantenni , di Los Angeles.
"By The way" è un disco dove il funky ha lasciato lo spazio al pop , elementi innovativi che regalano un nuovo e ammirevole volto dei Peppers, un lavoro corposo, intenso, curato e gestito con grande capacità.
Nelle canzoni di questo nuovo CD, non mancano i riferimenti ai Beatles , ai Beach Boys (soprattutto nei cori), ma anche alle sonorità caraibiche come nella traccia "Cabron"
Un lavoro che suona strano per i fan storici della band, ma che apre nuovi orizzonti, verso rotte più pop e meno rock. Un dimostrazione che la creatività del gruppo non conosce confini, che può resiste ai cambi generazionali. "Don’t Forget Me" un brano d’amore , dove la voce di Kiedis viene coccolata dalle note della chitarra di John, il basso di Flea e la batteria di Chad con un testo che si pare "I’m An Ocean In Your Bedroom" (sono l’oceano nella tua stanza) .
L’album si chiude con "Venice Queen" , un brano avvolgente , trainate caratterizzato da un crescente ritmo della musica….
Un disco che dividerà l’opinione dei fan. Quelli di vecchia data non ne vorranno sapere, legati all’immagine funk-punk-rap si sentiranno traditi; mentre i sostenitori di "Californication", non potranno far altro che condividere un lavoro che approfondisce e sviluppa in maniera evidente il percorso iniziato proprio tre anni fa, ovvero dare più spazio alla melodia. Uno dei lavori più attesi del 2002, che nel complesso non delude, ma lascia un po’ di amaro in bocca per chi apprezzava il lato ‘più sfrontata’ della band . |