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RADIOHEAD |
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HAIL TO THE THIEF |
A due anni di distanza da “Amnesiac” , tornano con un nuovo lavoro i Radiohead, che in questi giorni hanno pubblicato “Hail To The Thief”. Un disco che, già dal titolo, ha attirato l’attenzione di pubblico e critica. “Hail To The Thief” è uno slogan politico, adottato dagli oppositori di George W Bush durante la campagna elettorale presidenziale negli Stati Uniti nel 2000. E’ sicuramente uno dei dischi più attesi dell’anno, e la band di Oxford non ha tradito le aspettative . Un set che si pone a distanza intermedia dalle sperimentazioni di “Kid A” (2000), “Amnesiac” (2001) e il rock di “Ok Computer” (1997). Un lavoro reso più luminoso dalle registrazioni californiane, caratterizzato da una sottile elettronica, e chitarre che riprendono le sonorità nervose rock dei primi Radiohead.
Appena inserito il CD nel lettore si parte con una serie di tracce che illuminano la psiche dell’ascoltare, intento a sfidare le complicate e distorte evoluzioni sonore di Thom Yorke e soci , un rock celebrale, che ti conduce a scoprire una dimensione parallela del mondo: dal limpido esempio di prog- rock del brano di apertura “2 + 2 = 5” (The Lukewarm), passando per “Sit Down. Stand Up” (Snakes & Ladders), alla stupenda e sospesa “Sail To The Moon” ( Brush The Cobwebs Out Of The Sky), dove piano e voce sono due elementi inscindibili , in grado di fermare il tempo per un istante.
Dopo questa trilogia, il livello subisce una lieve flessione, ma le composizioni che seguono sono sempre di grande impatto: ascoltate le evoluzioni sonore, risultato dalle intense sperimentazioni testate nei due album precedenti , di “Backdrift” ( Honeymoon Is Over), lo schema rock più tradizionale di “Go To Sleep” ( Little Man Being Erased) al sound elettronico psichedelico che si respira in “The Gloaming” ( Sofly Open Our Mouths In The Cold), la corposità e l’incisività di “There There” (The Boney King Of Nowhere), primo singolo estratto dal set, alla malinconica “The Will” (No Man’s Land), fino ai ritmi sconnessi e minacciosi di “Myxamatosis” (Judge, Jury & Executioner). “Hail To The Thief” non riporta la band a sonorità integralmente basate sulla chitarra, ma non si concentra nemmeno sulle sperimentazioni più estreme . E’ il giusto compromesso del lavoro finora sviluppato dai Radiohead…una band straordinaria capace di aggiungere sempre qualche elemento innovativa ad ogni pubblicazione con sprazzi di genialità intuitiva.
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Voto: 8 |
Casa Discografica: EMI |
Sito Internet: www.radiohead.com |
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Carlo Cassani |
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16/06/2003 |
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TRACKLIST |
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01. 2 + 2 =3D 5
02. Sit Down. Stand Up
03. Sail to the Moon
04. Backdrifts
05. Go to Sleep
06. Where I End and You Begin
07. We Suck Young Blood
08. The Gloaming
09. There There
10. I Will
11. A Punch-up at a Wedding
12. Myxamatosis
13. Scatterbrain
14. A Wolf at the Door
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DISCOGRAFIA |
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1993 Pablo Honey
1995 The Bends
1997 OK Computer
2000 Kid A
2001 Amnesiac
2003 Hail To The Thief
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