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WHITE STRIPES |
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ELEPHANT |
Nel 2001 con il terzo album "White Blood Cells", i White Stripes sono divenuti uno dei gruppi più richiesti del circuito underground anche grazie ad un trend, quello delle garage bands, che ha affermato nello stesso lasso temporale The Strokes e The Hives. La formazione gravita attorno a Meg (batteria) e Jack (chitarra/voce), la loro musica è un sound grezzo che poggia sul connubio chitarra-batteria. Il duo propone, un rock rauco, minimale, monco di armonie; e con questo quarto studio album hanno ribadito questa loro inflessione. In ogni traccia di “Elephatnt” trionfa la vulcanica chitarra di Jack, anche autore dei testi. Quattordici tracce tra rock che rievoca le band mitiche dei primi anni settanta, per poi passare a capitoli sonori più country/rock. La città da dove provengono, Detroit, oltre ad essere famosa per il rap di Eminem, è stata fucina di molte rock band come Stooges, MC5, Cramps, Gun Club.. ed ecco che nel nuovo millennio la tradizione viene portata avanti da questo duo, che ama in maniera paranoica l’accostamento bianco e rosso, il rock essenziale e acido. Un lavoro registrato in pochissimo tempo presso i Toe-Rag Studios di Londra, con strumenti ‘vintage’ che gli conferiscono un sapore speciale, magico e soprattutto ogni pezzo è stato scritto, inciso, mixato senza l’ausilio di computers … Brani che ti colpiscono come cicloni lasciandoti disorientato. Il feeling sonoro con la musica dei WS inizia dal brano di apertura e primo singolo del CD “Seven Nation Army”, per poi proseguire nella successiva "Black Math", tre minuti di riff selvaggi e drumming essenziale che trascinano l'ascoltatore in un vortice inarrestabile e distorto; mentre "There's No Home For You Here" ci illustra un aspetto della musica dei White Stripes più riflessivo, o le intime ballate come “You’ve Got Her In Your Pocket”, per poi fare una sortita nel blues della interminabile “Ball And Biscuit”. C’è spazio anche per la minuta Meg nel siparietto minimale di "Cold Cold Night". A questi vanno aggiunti l’esile garage-punk di "Hypnotize", la cover di B.Bacharach "I Just Don't Know What To Do With Myself" e "Well It's True That We Love One Another", un triangolo country fra Jack, Meg e Holly Golightly. Tre sono gli ingredienti fondamentali che rendono ‘grande’ questo disco, l’onestà, la capacità di Jack di scrivere testi avvincenti e tanta…tanta passione. Sicuramente uno dei migliori dischi del 2003. Da non perdere!!!
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Voto: 9 |
Casa Discografica: XL Recordings |
Sito Internet: www.whitestripes.com |
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Carlo Cassani |
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14/04/2003 |
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TRACKLIST |
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01. Seven Nation Army
02. Black math
03. There's no home for you here
04. I just don't know what to do with myself
05. In the cold cold night
06. I want to be the boy
07. You've got her in your pocket
08. Ball and biscuit
09. Hardest button to button
10. Little acorns
11. Hypnotise
12. Air near my fingers
13. Girl you have no faith in medicine
14. Well It's true that we love each other
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DISCOGRAFIA |
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1999 The White Stripes 2000 De Stijl 2001 White Blood Cells 2003 Elephant |
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