Secondo capitolo per i bostoniani degli American Hi-Fi, che ritornato dopo l’omonimo debutto del 2001 con questo “The Art Of Losing”. Un disco che può creare una spaccatura tra i loro fan, per la presenza di brani che prediligono atmosfere più soft rispetto al precedente CD. Questa release, realizzata con il produttore Nick Launay e registrato a Los Angeles , conferma l’identità pop-punk degli American Hi-Fi, che attraverso i loro nuovi brani rendono omaggio a Sonic Youth in “Teenage Alien Nation”, o al suono degli Oasis in “This Is The Sound”, dove oltre al tipico british sound della band UK , anche la voce di Stacy Jones assume un’inflessione alla Liam Gallagher … Un set allegro, che propone inni per le giovani generazioni, ma che imbrigliano la band in uno stile musicale nella sua fase discendente, con troppi ed evidenti riferimenti a formazioni come Blink 182, ombre molto riconoscibili in “The Breakup Song”, brano ideale per i passaggio radiofonici o televisivi. Si comincia a respirare rock subito dall’inizio con la title track “The Art Of Losing”, ispirato dal loro singolo di maggiore successo “Flavor of the Weak” .
Il disco è un susseguirsi di energia, divertimento, slogan per un campus rock americano. Comun denominatore è sempre lo stesso, la voglia di divertirsi facendo musica potente, che però in questo “The Art Of Losing”, trova alcune sacche di tregua, come in “Save Me”, traccia che timidamente cerca d’imporre i suoi frammenti acustici, che subito lascia spazio ad un rock più classico updated in “Nothing Left To Lose”. Un lavoro canonico, confezionato con tutti gli elementi di rito per gli amanti del pop-punk, di quel filone che racchiude formazioni come Sum 41, Green Day…, ma che forse ha esaurito le sorprese e si limita a riproporre, con una mescolatura tattica, la medesima formula….Nel suo complesso , 11 brani , divertenti d’ascoltare e cantare, ma che non ci regalano particolari novità….
|