Negli anni mi è capitato più volte di ascoltare una canzone, innamorarmene e tessere le lodi dell’artista che la interpreta. Dopo un paio di sviolinate e il conseguente mal di testa di amici e parenti per il numero indefinito di volte che la ascolto e che la canticchio, boom, scopro che non è dell’artista che la canta. E il mito cade. Ma la canzone rimane comunque tra i preferiti di Youtube.
Negli ultimi anni mi è successo più e più volte. Il caso che ricordo come più eclatante rimane quello de I tuoi maledettissimi impegni di Max Gazzè (2013). Autore della canzone? Matteo Buzzanca.
Ma l’elenco potrebbe essere lunghissimo. Basti pensare che Buzzanca ha attualmente in rotazione radiofonica Arriverà l’amore di Emma e, per tutta l’estate, ha avuto Senza fare sul serio di Malika Ayane.
In questo periodo però Matteo Buzzanca è qualcos’altro. Fondendo shoegaze, new wave, classico ed elettronico, diventa musicista e autore di proprio lavoro. Teodorf, il nome del progetto, è originale. E di questi tempi non è una cosa scontata. Sonorità e arrangiamenti liberi fanno da base a testi che si ispirano a pensieri filosofici ed esistenziali che quasi somigliano a uno sfogo liberatorio.
Prodotto con la collaborazione di Ken Thomas, leggendario produttore di artisti quali Sigur Rós, Moby, Dave Gahan, M83, Yann Tiersen, Teodorf (l’album) è un lavoro poliedrico che, grazie alle influenze di questi artisti, ha al suo interno un sound moderno, elegante e brioso. Come Why, il primo singolo. Che è delicato e ipnotico e ti immagini ad urlare “Why” mentre balli su un prato d’estate e ti diverti e ti godi la vita. Di Why esiste già un videoclip realizzato da Tiziano Russo che se non lo avete ancora visto correte a vederlo. Anzi no, non correte, basta cliccare qui: https://www.youtube.com/watch?v=1cM-UqRkVLk
Il resto dei brani scorre che è una meraviglia che quasi non vorresti arrivasse la fine. A ogni traccia si colgono delle somiglianze che vengono poi pian piano smontate o magari confermate. Io dentro ci ho visto un po’ di Baustelle e un po’ di Lou Reed, per rendere l’idea della poliedricità di cui prima. Da manuale i featuring vocali di Polly Paulusma (We Belong), Kenneth Bailey (What You Think Is What You Are) e Stefan Di Maria (Richard Wright), oltre alle partecipazioni di Dj Aladyn e Vincenzo Vasi (Vinicio Capossela, Mike Patton dei Faith No More). Il pezzo migliore, dopo Why, rimane però Wish You che, ad oggi, dopo diversi ascolti, mi porta in un mondo fantastico fatto di alberi, di luce e di serenità.
Ok, forse con l’immaginazione ho un po’ esagerato. Vado a rivedere il video di Why.
Con permesso.
Testo di Matteo D’Amico |