Darwin Deez è un rospino di quasi trentanni cresciuto a pane, loop e spiritualismo. Propone uno strano ballo a metà strada fra break, footwork e molleggiato, veramente imbarazzante. È un concentrato di anni ottanta ora pastellati con funky soave e spigoli dub pop assolutamente uptempo.
È devoto al santone indiano nonchè avatar (incarnazione di Dio) Meher Baba, morto nel 1969 e questo dovrebbe bastare per descrivere il soggetto, perchè detto fra noi di soggetto si sta parlando. Ma chi meglio di un ragazzo che probabilmente ha passato metà della sua adolescenza tra il bagno e la camera da letto, può descrivere al meglio l´evoluzione musicale negli anni zero?
Abbiamo assistito alla new wave fatta a rondelle dalla chill fai da te, abbiamo esclamato quando il dub è diventato fenomeno di massa, abbiamo sognato quando pensavamo che l´ipnagogica avrebbe cambiato le sorti dello sbandamento collettivo. In realtà nulla è nuovo o meglio tutto è un continuo divenire e rimescolare dal passato per ottenere un´esegesi del presente più idonea alle nostre fritture.
Darwin Deez salta fuori dal cespo come tanti altri, ma come pochi si fa notare non solo per il suo estro bizzarro, per le sue occhiatine da pazzo furfante, bensì proprio per il suo saper emulsionare il passato per proporre una sua personale estemporanea. Nel 2010 uscì con un album omonimo alquanto lineare e un paio di tracce niente male come constellations e radar detector, ma personalmente passò in second´ordine nella marea di dischi disponibili all´ascolto. Oggi assistiamo all´uscita del secondo album del pargolo e non si intravede quella maturità auspicata. O meglio, secondo me Darwin non sarà mai una persona matura. La sua stramberia e l´eterna sindrome da Peter Pan lo perseguiteranno in divenire e noi con lui ad ascoltarlo subiremo la stessa sorte.
Songs for imaginative people (un titolo che è tutto un programma) esce sulla scia del precedente con la lucky number music proprio in questi giorni. Deez Gioca ancora con un´elettronica DIY che però è evidentemente più curata come in no love, gigioneggia con canoni rock stilizzati per deriderli come in 800 human e you can be my girl e Alice, funamboleggia con dubberaggi al limite del pop e situazionismi deviati come in moonlit e redshift.
Il risultato finale, cazzegiando sulle linee volute da un eterno Peter Pan ripeto, risulterebbe un approccio meticciato alla Regina Spektor e quasi dancey alla Sinkane. In bilico tra l´allegoria e la strafottenza, tra l´incedere nervoso alla Breton ma non troppo e l´epilessia di una Fiona Apple ma non troppo.
Tutto sommato non si può pretendere di meglio da Darwin almeno per ora e quindi godiamoci le dolci note di queste 10 tracce che si fanno amorevolmente ascoltare. In attesa di un attestato di maturità.
1-800 human
2-you can´t be my girl
3-moolit
4-no love
5-good to loose
6-alice
7-redshift
8-free (the editional me)
9-all in the wrist
10-chelsea´s hotel
DISCOGRAFIA
2010-Darwin Deez
2013-Songs For Imaginative People
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