Gli Amari sono un trio navigato proveniente da Udine formatosi più di dieci anni fa che da un po´ di tempo non metteva il naso fuori da casa.

L´ultima esperienza fu Poweri nel 2009 e non me la ricordo entusiasmante, con tutta sincerità. Ma qualcosa di buono c´era e quel qualcosa se la sono trascinata dietro, nella loro magra bisaccia.

Escono finalmente con un album completo, divertente e rilassante, che ha anche un titolo che sa di esperienza accumulata (kilometri) con la Riotmaker records.

La copertina è orribile, sembra la grafica commodore 64 basic o peggio i risultati stilistici di un post sbornia in preda a un ascolto furtivo degli Acqua fragile insieme a un best of di Tangerine Dream e Mike Oldfield. Fattanza regolare insomma.

L´inizio fa presagire un attacco di sciatalgia, ma poi la tracklist albeggia con aspettare, aspetterò. Un inizio statico, come quando ci si alza alle 6 del mattino perchè il cuscino era troppo scomodo, a 50 metri dal mare con la sabbia fresca e profumata e fuori piove leggermente, ma senza sosta alcuna.

Il trio friulano sa con perizia armonizzare un ambiente, tessere le trame di una tela con espedienti easy listening e renderti partecipe della loro piccola operetta indie pop. Poi per chi è paziente e generoso è prevista anche una celere degustazione di torte acre, ma sempre a loro modo. Ci si apre alle porte della percezione con ti ci voleva la guerra, testo quanto mai sarcastico, pieno di frasi che dovrebbero essere analizzate, affettate come un´anguria o vivisezionate come una rana in laboratorio. Un passo teso alla maturità sulla scrittura. Segue Africa che rimbrotta lievemente reggae con un garage pop che smussa le parti volutamente lasciate senza vernice.

La terza traccia in fondo è l´origine geografica del trio, è il provincialismo sprovincializzato, è 883 è...ma aspettiamo, profiliamo con calma. Play leggero su il tempo più importante e si ottiene un´immersione di fisiognomica come farebbe un mixer a propulsione verticale su un pasticcio di fragole. Piccoli raggi di sole a tratteggiare l´arena pallida che prima bagnata, poi raggrinzita e bruna ora s´appresta a scolorire. È una sensazione lieve e maldestra. Vorrebbe tanto ricordare Battiato e l´elettro wave italia mon amour, ma rimane tra Udine e Lignano Sabbiadoro, purtroppo non va oltre.

Quanto possono essere importanti i fatti in miniatura, le piccole cose lasciate al caso, le frasi lanciate come lenze nell´acqua quotidiana e mai più raccolte o sollecitate da qualcun altro?

I ritmi cambiano, diventano realmente ciò che sono e qui è come sentire la voce del padrone campionata, fatta a frittata e girata più volte. Ne esce fuori il cuore oltre la siepe. Ora fermiamoci per un ulteriore attimo ! Ma dove sono finiti gli 883 ? vi ricordate nord sud ovest est ? Ma va là, guardate lettori che gli Amari con Repetto e Pezzali hanno in comune solo le origini padane e basta ! Ma cosa credete che potrei paragonare un ex gruppo hip a la dance pop casereccia pavese ? La sesta traccia sa di Elio e le storie tese, anche qui siamo sui livelli di “ ok raga facciamo sul serio ma non troppo “ .

Bel testo anche questo però, con un titolo che è tutto un programma, la ballata del bicchiere mezzo vuoto. Ma la settima traccia, ragazzi, io non ce la faccio, lo devo dire ! Sono gli 88...no scusate sono gli Amari. Ma ascoltate e giudicate e soprattutto venga qualcuno a dirmi che gli 883 non sono stati un gruppo che tutti prima o poi hanno ascoltato, ballato, canticchiato.

Chi ora ha dai 25 anni in su, non faccia il timido e dica la verità.

E allora si, cari friulani, mi date tanto l´idea dei nuovi 883, rinfrescati con un po´ di Battiato d´annata e pop alla Neffa che un pochino ci sta quasi sempre bene. La title track, oltre ad essere un bel modo per iniziare da un nuovo angolo nelle strettoie della vita, è il pezzo più bello del lotto. Aritmetica deep, a volte la dance così vituperata, però raggiunge la house, scalando di doppiette su curvoni a U con tanto di freno a mano tirato, fino a raggiungere soliloqui rigati di drum and bass.

Questo pezzo, gira e rigira mentre la mattina si va a lavoro in metro, gira e rigira nel mio lettore mentre in serata si ritorna da lavoro e sempre in metro sono.

Gira e rigira nella notte con un bel sorriso a giustificare tutto : da Neffa agli 883, da Battiato per chi preferisce il Franco di Fetus a Elio che ora non piace più a nessuno o forse no e ci metterei anche un crepitio di Gaetano Rino, ma non voglio esagerare, faccio come gli Amari appunto, non esagero, mi tengo quieto. Però, sapete che vi dico ? la ruggine spesso non viene mai via a calci e sui fattacci brutti della vita e meglio buttarci sopra una bella sverniciata di verde pastello e blu elettrico, tanto per dare un effetto shock anafilattico visivo. Poi un pizzico di leggerezza mattutina e la voglia di vivere facendo della bella musica quadrata e sincera. Questa la ricetta degli Amari.

Ben tornati e grazie per la ricetta, appunto! ci farò su una bella torta, magari alle fragole.

Video di "Il tempo più importante":