Da Vancouver Brian King (chitarra e voce) e David Prowse (batteria e voce) non si sono limitati a mettere assieme Japanese Scream e Pleasure Droids per ottenere il nome della loro band ma hanno preso: la furia primordiale contaminata di melodia degli Hüsker Dü di New Day Rising (1985), la seconda ondata emo sfrangiata di hc melodico compresa tra il ’94 e il 2000, il muro sonoro noise insegnato dai Dinosaur Jr. e i riverberi degli Swervedriver.
Così iniziano celebrandosi, con i fuochi d’artificio di Nights of the Wine and Rose arrivando a pieni giri a Fire’s Highway che si accende subito e la maggior cura nei cori e nelle linee vocali ne esalta l’impatto insieme alle ritmiche di batteria “braidiane”. Evil’s Sway si regge tra arpeggi e ripartenze nette e decise che i Face To Face di Don’t Turn Away (1992) maneggiavano con sapienza e che ritroviamo anche in Adrenaline Nightshift.
Il ricordo dei Gun Club in For the Love Of Ivy è lontano, gli Hot Water Music in Younger Us si avvertono ma non solo, anche echi di Lifetime, Texas Is The Reason e Hey Mercedes (primo loro EP non a caso su Polyvinyl) per tutto il disco. Vi sfido a non cantare il coro di un inno capolavoro come The House That Heaven Built che declina in Continuous Thunder chiudendo il cerchio che abbassa il caos, esalta le melodie senza perdere la corposità viscerale del precedente album Post-Nothing. |