Sarebbe stato facile scrivere una recensione o poche parole di pancia su uno di quei gruppi che ci fanno sentire il suono “altro” dal bel cantautorato, sarebbe stato facile elogiare questo nuovo lavoro basandosi sull’inesauribile fiducia che provo verso loro, gli Afterhours.
Ventanni di musica e non sentirli.Sarebbe stato semplice ripiegarsi su se stessi, ammiccando a logiche “altre” che esulano dalla musica come esigenza, come un’anima messa a nudo.
Padania è questo è quello schiaffo alla coscienza che aspettavamo in molti, è quella ricerca musicale, sonora che nell’epoca 2012, dove le radio e i talent la fanno da padroni (e mi prendo la responsabilità delle mie parole ndr.) viene schiacciata tra sole cuore e amore, con testi e dischi da cornetto cuore di panna.
La tempesta è arrivata, gli Afterhours sono tornati e hanno messo a sedere band urlanti, schitarranti, ugoleggianti nuove e vecchie. Gli Afterhours sono tornati e sono tornati più forti. Forti come solo deve comporre da solo mettendo il suo unicum a servizio di un lavoro comune. Verrebbe da dire che il surplus e il centro focale è proprio questo: il lavoro svolto dal singolo.
Tralascio più che volentieri lo sciapo panorama politico in cui questo disco è andato a collocarsi Non mi occupo di sociopolitica grazie a dio.
La penna, la voce di Manuel Agnelli graffia la coscienza senza troppi giri di parole. Criptico ma meno dei dischi precedenti. Sa dove mirare e dove sparare diritto senza esitazione. Roberto Dellera reduce dall’ottima prova come solista (colonna sonora originale ndr), regala il suo quid al gruppo riconfermandosi (se mai ce ne fosse stato il bisogno) come suono e come seconda voce. C´è la prima volta del violinista Rodrigo D´Erasmo e l’indipendenza espressiva datagli in questo disco regala quell’elemento in più al suono, la terza volta di Giorgio Ciccarelli, chitarrista che fa il lavoro sporco, quello meno appariscente ma necessario. C´è la conferma di Giorgio Prette alla batteria e la sua ritmica si sente decisa, ed il rientro della chitarra impazzita di Xabier Iriondo e delle sue linee immaginarie.
Non farò una recensione dei singoli brani che compongono questo disco, perchè le 15 tracce vanno ascoltate insieme. In un unico tempo.
Padania è questo. E’ quel disco che se mai dovessi aver nipoti, farei ascoltare con vanto e attenzione per fargli capire cosa succedeva nel 2012 al di là di farfalline, tronisti e burlesque.
1. Metamorfosi
2. Terra di nessuno
3. La tempesta è in arrivo
4. Costruire per distruggere
5. Fosforo e blu
6. Padania
7. Ci sarà una bella luce
8. Messaggio promozionale n1
9. Spreca una vita
10. Nostro anche se ci fa male
11. Giù nei tuoi occhi
12. Messaggio promozionale n2
13. Io so chi sono
14. Iceberg
15. La terra promessa si scioglie di colpo
DISCOGRAFIA
1988 - All the Good Children Go to Hell
1990 - During Christine´s Sleep
1993 - Pop Kills Your Soul
1995 - Germi
1997 - Hai paura del buio?
1999 - Non è per sempre
2002 - Quello che non c´è
2005 - Ballate per piccole iene
2008 - I milanesi ammazzano il sabato
2012 - Padania
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