Come si può dedurre dal titolo, ma questo non era prescritto, questo disco si muove su binari dark, oscuri, suoni sincopati, cori e un susseguirsi di tonalità che hanno un sapore cupo, immagini in bianco e nero che si alternano senza lasciare spazio ad uno spiraglio di luce. Si è intrappolati in una gabbia senza via di uscita. Un disco claustrofobico, che va ascoltato con il giusto approccio. Sono solo cinque canzoni, ma alla fine del suo percorso sono due le sensazioni che si possono provare: di sollievo o di compiacimento. Un album che divide, ma forse è questa la forza che lo discosta da altre pubblicazioni, che lo rende qualcosa di particolare e difficile da interpretare e definire.
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