Dici Klaxons e "Myths Of The Near Future" e ti sciacqui la bocca con una delle realtà indie più rispettate della scena inglese; gente che ha letteralmente strappato il Mercury Prize dalle mani di Amy Winehouse, degli Arctic Monkeys e di Bat For Lashes. Appositamente per loro venne coniato il termine "new rave". Solo perchè di loro si trattava si sono bypassate dichiarazioni tipo "Useremo i soldi guadagnati per la telepatia". "Surfing The Void" era atteso come pochi altri album, per capire se il loro era stato un Grande Bluff, una prova di fortuna o molto semplicemente una direzione indovinata e ben ponderata; senza dubbio è straniante, perchè con il suo predecessore in comune ha poco, oltre il carisma della voce di Jamie Reynolds e l´approfondimento delle tematiche psichedeliche. Quel che è nuovo è quel senso di urgenza e di concretezza che si deve soprattutto al produttore Ross robinson (Korn, Slipknot), e che risalta ancor di più su tracce epiche come Valley Of The Calm Trees e Cypherspeed; un approccio più muscolare nella forma e ancor più sciamanico nei testi, segno che sugli allori i Klaxons non si sono certo riposati. E hanno fatto un bel passo in avanti: bingo! A noi tutti, ora, riuscire a star loro dietro.
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