Strana, la storia di questi quattro ragazzi di Porto Alegre sbarcati a Milano grazie ad un fortunato incontro a Barcellona; strana anche la loro musica, fatta di Beatles, afrobeat alla Vampire Weekend, malinconia brasiliana ed ironia italica (non a caso i testi sono stati “supervisionati” da Dente); strani ma certamente capaci e coinvolgenti, fuori dagli schemi della musica nostrana, difficilmente classificabili perché estremamente pop senza essere nazionalpopolari, quindi pop nel senso reale del termine. Piacevoli da ascoltare, risultano però un pochino monotoni, e forse qualche traccia in meno avrebbe restituito un album più concentrato sui brani più accattivanti. Comunque da ascoltare. |