Musicalmente spacca, può piacere o non piacere: è essenziale, acustico e di quando in quando elettrico, perché quella che deve risaltare è la forma del contenuto; parole pesanti come macigni che precipitano veloci in sequenza come nei fotogrammi sbiaditi ed intensi di un film della piccola provincia, e che in un ideale concatenarsi di pensieri formano un flusso di coscienza consapevole e proprio per questo sofferto – perché come non si può provare male di fronte a questa fragile realtà? "Per ora noi la chiameremo felicità" è una forma superiore di disperazione, un irripetibile incontro di significato e significante come lo è la poesia di Leopardi, dove ogni parola rimanda a infinite sensazioni e ricordi come in un gioco di specchi. "E se gli alberghi appena costruiti coprono i tramonti, tu non preoccuparti", perché per fortuna nell´assordante rimbombo dei tuoi pensieri privati c´è Vasco che ti aiuta a ritrovare il filo e ad urlare quella cosa arcigna che nemmeno sapevi spiegarti.
|