Registrato tra Francia, Marocco e Inghilterra, “Tohu-Bohu” segna il ritorno degli Ulan Bator dopo 6 anni di silenzio. Nonostante la line-up rinnovata la qualità dell’album è quella di sempre, frutto dell’amalgama fra Amauri Cambuzat e soci: passando da brani nervosi e plumbei alla stregua di Régicide, ad altri orecchiabili e di più facile ascolto come Missy And The Saviour, attraverso suoni ovattati e distorti che ricordano i Sonic Youth, atmosfere psichedeliche e linee di basso ipnotiche alla Noir Desir, il disco getta l’ascoltatore in un turbinio confuso che dà spazio a ben pochi spiragli, una trance che lascia un senso di malinconia e di frustrazione, un ritorno ai cupi anni ’90. |