Andando di pancia, a “Interpol” è impossibile resistere; perché l´estetica sonora del terzetto (sì, Carlos ha lasciato il gruppo) di New York è equilibrata e perfetta, senza sbavature e con intuizioni davvero intriganti (come l´elettronica claustrofobica di All Of The Ways o le tastiere di Summer Well e Try It On). Andando di sangue freddo l´entusiasmo si smorza di qualche punto, perché al di là dell´orchestrazione elaborata il marchio di fabbrica è intonso, senza grandi innovazioni; ma quel che si percepisce è una nuova sicurezza, una testa tenuta alta con orgoglio e nella consapevolezza di avere un valore aggiunto rispetto a tanti altri: l´arte. Un noir contemporaneo in cui crogiolarsi.
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