Un "album notturno" può assumere diverse sfumature, ma quando si parla di Scissor Sisters la notte può voler dire solo due cose: una palla da discoteca e divertirsi fino allo sfinimento. Dopo gli episodi downtempo del precedente "Ta-Dah", illuminato da momenti di lucidità dance come I Don�t Feel Like Dancing e Kiss Me Off, questa volta il quartetto di NYC non ha avuto dubbi: niente ballate. Già dal singolo Fire With Fire si sente che l�idea è quella di fare le cose in grande: sound ambizioso, ampio, pathos in crescendo, e il tocco inconfondibile di Stuart Price (The Killers); che funzionava come pezzo Jake Shears lo aveva capito perchè lo faceva immancabilmente piangere a riascoltarlo. In "Night Work" c�è un erotismo strisciante e sinistro, da tracce come la bee-geesiana Any Which Way alla virile Harder You Get, fino alle linee di basso ipnotiche e seducenti di Del Marquis e i falsetti esasperati di Jake Shears; Ana Matronic prende invece il comando in Skin This Cat, vedova nera sempre sexy e aggressiva. Sospeso tra "La febbre del sabato sera" e il glamour dello Studio 54 (Sex and Violence), Giorgio Moroder (Something Like This) e la trance e i Pink Floyd (la sperimentale Invisible Light), "Night Work" è uno di quei dischi che si ascoltano dall�inizio alla fine senza toccare il tasto skip – come ben sintetizza Jake, "Cristallizza quel momento in cui sei fuori, su di giri e non riesci ad immaginare nulla che possa riportarti coi piedi per terra" - ricco di influenze, dalla texture brillante e con un rinnovato spirito ed entusiasmo, figlio di lunghe notti in discoteca a Berlino. Impossibile restarne immuni!
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