Terzo album, il primo pubblicato su una major, per questo ragazzo di Brooklyn. Dimenticate le derivazioni pop soul di questi ultimi anni, quelle di Amy Winehouse, di Duffy e di tanti altri: questo è un disco di soul vero, quello con il groove che spinge e le chitarre che saltellano, con i fiati che strombazzando ti fanno venire i brividi. Il New York Times lo ha già paragonato a Otis Redding e Sam Cooke ma bisogna dire che per fortuna non stiamo parlando di una scopiazzatura, ma di un artista con una gran voce, che ha capito gli stilemi del genere e scrive fantastiche canzoni. Un disco di genere, d´accordo, ma è impossibile non farsi trascinare dalla sua carica e iniziare a battere i piedi. |